Alzheimer, si ferma la ricerca su un farmaco molto promettente: non è efficace come si sperava

attività del cervello
(Foto via Pixabay)

Le speranze di trovare finalmente un trattamento efficace per la gestione dell’Alzheimer sembrano ora un po’ più lontane. Sono appena stati annullati i test clinici sull’aducanumab, un farmaco sperimentale ritenuto fino a ora molto promettente per trattare questa malattia. Ad annunciarlo sono state le due aziende farmaceutiche Biogen e Euisai, che in un comunicato hanno appena riferito di aver interrotto i loro due studi di fase 3 (Engage e Emerge), progettati per valutare l’efficacia e la sicurezza di questo farmaco sulle persone affette da una compromissione cognitiva lieve (Mci) o malattia di Alzheimer.

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2 Commenti

  1. Questi continui fallimenti di ricerche iniziate oramai da un decennio che mirano a contrastare l’ Alzheimer cercando di eliminare fisicamente le placche di beta amiloide già formate, non fanno altro che corroborare una mia intuizione datata e commentata qualche anno fa su una rivista scientifica “popolare” che suonava in questo modo:
    Non si può contrastare una proteina – la beta amiloide- con un’altra proteina che ha lo stesso “valore energetico” e le stessesse caratteristiche biologiche della membrana plasmatica
    Un neurone che viene “asfissiato” dalla beta amiloide, una volta che perde la sincronizzazione ed esce di conseguenza dal proprio circuito nervoso è come se fosse morto; continuando a sopravvivere precariamente, diventa, una nuova sorgente-produttore di beta amiloide,e contemporaneamente, l’innesco di un circolo vizioso che ne aumenta in modo esponenziale la produzione.
    I farmaci testati non solo non risolvono il problema, ma lo amplificano intossicando le membrane plasmatiche sane.

  2. Questi continui fallimenti di ricerche, iniziati oramai da un decennio che mirano a contrastare l’ Alzheimer cercando di eliminare fisicamente le placche di beta amiloide già formate, non fanno altro che corroborare una mia intuizione datata e commentata qualche anno fa su una rivista scientifica “popolare” che suonava in questo modo:
    Non si può contrastare una proteina – la beta amiloide- con un’altra proteina che ha lo stesso “valore energetico” e le stessesse caratteristiche biologiche della membrana plasmatica
    Un neurone che viene “asfissiato” dalla beta amiloide, una volta che perde la sincronizzazione ed esce di conseguenza dal proprio circuito nervoso è come se fosse morto; continuando a sopravvivere precariamente, diventa, una nuova sorgente-produttore di beta amiloide,e contemporaneamente, l’innesco di un circolo vizioso che ne aumenta in modo esponenziale la produzione.
    I farmaci testati non solo non risolvono il problema, ma lo amplificano intossicando le membrane plasmatiche sane.

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