Quella degli organi artificiali è la più grande delle promesse della medicina rigenerativa. Disporre di pezzi di ricambio come cuore, polmoni, fegato, rene creati in laboratorio, e compatibili con i riceventi, sarebbe infatti il modo ideale di rispondere all’enorme domanda di organi dei pazienti nelle liste di attesa. Se per alcuni organi i passi da fare sono ancora molti, per altri il traguardo sembra più vicino. La Harvard Apparatus Regenerative Technology (Hart) sta cominciando la produzione su larga scala di trachee sintetiche, pronte per essere testate in Russia, pensando di estendere i propri test all’Unione Europea e cominciare dei trial clinici anche negli Usa, come racconta Technology Review.
I prototipi di questa trachea sintetica sono già testati a partire dal 2008 in diversi pazienti e sono costituiti da uno scaffold sul quale vengono fatte crescere le cellule staminali. Lo scheletro dell’organo viene ottenuto facendo disporre delle fibre sottilissime (un centesimo dello spessore di un capello) all’interno di un tubo adeguato all’anatomia di ogni singolo paziente.
Queste fibre creano quindi una maglia, pronta a ricevere le cellule staminali prelevate dal midollo osseo del ricevente, che vengono quindi distribuite a pioggia sullo scaffold e fatte crescere un paio di giorni in incubatore. A questo punto la trachea sintetica è pronta per essere trapiantata nel paziente, dove pochi giorni dopo le cellule trapiantate si integrano perfettamente nel nuovo organo, specializzandosi in diversi tipi cellulari e contribuendo a svolgere le diverse funzioni. Per esempio le cellule che rivestono la superficie interna aiutano a muovere il muco dai polmoni attraverso la tosse. Col tempo poi anche i vasi sanguigni possono crescere nel nuovo organo.
Nel prossimo futuro la stessa tecnica potrebbe essere applicata anche per altri tipi di organi, come il rene, le valvole cardiache e l’esofago.
Via: Wired.it
Credits immagine: Harvard Apparatus Regenerative Technology