Anche le scimmie hanno il senso della giustizia

Evolutivamente contraria alle ingiustizie. È questo il ritratto della specie umana che emerge da uno studio condotto dai ricercatori dello Yerkes National Primate Research Center della Emory University. Analizzando il comportamento di alcune scimmie tramite un gioco di economia sociale ( The ultimatum game), gli studiosi hanno scoperto come il senso di equità sia condiviso anche dagli scimpanzé e quindi ipotizzato che si sia evoluto moltissimo tempo fa.

Nel gioco dell’ultimatum solitamente due persone devono dividersi una somma di denaro (o un altro tipo di ricompensa). Uno dei giocatori fissa la divisione, se l’altro accetta bene, altrimenti nessuno dei due intasca nulla. Un meccanismo che può essere considerato “Il gold standard per determinare il senso di equità”, come lo ha definito Darby Proctor, a capo dello studio, pubblicato su Pnas: “Gli uomini generalmente offrono porzione generose, come i 50% della ricompensa ai propri partner, e questo è esattamente quello che abbiamo osservato negli scimpanzé”.

Il gioco dell’ultimatum, infatti, è stato scelto proprio perché ritenuto un esperimento ideale per misurare il senso di giustizia ed equità. Se il primo giocatore fissa una ripartizione squilibrata, a suo vantaggio, il secondo potrebbe respingerla, rifiutando di accordarsi per una divisione sbilanciata, diseguale. In altri termini ingiusta. Negli umani, a dispetto dei vantaggi economici, gli esperimenti di ultimatum game hanno mostrato come in genere la suddivisione proposta sia equa, ugualmente ripartita, indicando una propensione generale alla giustizia.

Nel loro studio i ricercatori hanno adattato l’esperimento a un gruppo di sei scimpanzé prima, e poi a dei bambini di età compresa tra i due e i sette anni. Nel gioco rivisitato scimmie e bimbi dovevano scegliere tra due tipi di gettoni colorati, che venivano scambiati con i ricercatori con delle ricompense (cibo per gli scimpanzé e degli stickers per i bambini). Scegliere gettoni di diverso colore aveva diverse conseguenze: in un caso sia chi sceglieva sia il partner riceveva la ricompensa, nell’altro invece solo chi aveva preso parte in modo attivo otteneva più cibo o stikers. Inoltre, in alcuni casi, per mimare una situazione di accordo tra le parti, chi prendeva il gettone doveva passarlo al proprio partner perché arrivasse la ricompensa.

Gli scienziati hanno osservato che, nel caso in cui la cooperazione era contemplata, le scelte di scimpanzé e bambini ricalcavano quelle tipiche della specie umana, quindi abbastanza generose: i soggetti optavano per suddivisioni eque delle ricompense (per i bimbi, anche molto piccoli, risultati simili erano stati osservati già in uno studio del 2011). Nel caso, invece, in cui il partner veniva tagliato fuori, animali e bimbi si comportavano in modo più egoistico.

Oltre a sottolineare il lato generoso dei primati, lo studio aiuta i ricercatori a capire quando il senso di giustizia si sarebbe evoluto e perché la specie umana tende a dividere  in parti eque, anche quando non converrebbe al diretto interessato. La risposta è semplice: il senso di giustizia sarebbe fondamentale in società basate sulla cooperazione, come la nostra e quella degli scimpanzé, che cacciano insieme, dividono il cibo e si prendono cura gli uni della prole dell’altra, come spiega alla Bbc Proctor: “E’ quindi probabile che il senso di equità sia stato necessario nell’evoluzione della cooperazione. E sembrerebbe esistere nei primati almeno sin da quando scimpanzé e umani si sono separati”.

Via: Wired.it

Credits immagine: John & Mel Kots/Flickr

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