La depressione post-partum (Ppd) può sembrare solamente uno dei tanti tipi di depressione. Alcuni sintomi sono sicuramente comuni a tutte le forme di questa malattia: l’isolamento da amici e parenti, la mancanza di appetito, la tristezza e l’irritabilità. Tuttavia, secondo una review pubblicata su Trends in Neurosciences, la depressione post-partum ha specifiche caratteristiche neurobiologiche , oggi spesso sottostimate dagli stessi specialisti. Ansia e depressione post-partum, sottolineano gli autori del paper, sono patologie estremamente diffuse, che colpiscono quasi 1 donna su 10, e oggi sono ancora considerate estensioni di altri disturbi, rispettivamente della depressione e del disturbo d’ansia generalizzato, mentre andrebbero viste come patologie a tutti gli effetti.
“La maternità è in grado di cambiare completamente la madre, e questo è un fatto spesso trascurato,” ha spiegato Jodi Pawluski, co-autrice dello studio, “Spesso i medici dimenticano di esaminare la neurobiologia della salute mentale materna, in particolare per quanto riguarda l’ansia.”
Nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, il testo standard utilizzato per diagnosticare le condizioni mentali, la Ppd è considerata infatti solamente una variazione della depressione, mentre l’ansia post-partum non è inclusa per nulla (nonostante colpisca 1 madre su 7).
Nella review gli autori sottolineano come già in passato diversi studi abbiano mostrato che l’attività neurale delle donne affette da Ppd è diversa da quella da donne che soffrono di depressione e che non hanno mai partorito. Ad esempio, mentre l’amigdala è solitamente iperattiva in persone che soffrono di ansia e depressione, non viene attivata molto nelle donne con Ppd.
“Quando parliamo di questi argomenti, la letteratura degli studi condotti sugli esseri umani contiene solamente una ventina di ricerche – ha spiegato Pawluski – Considerato che il 10-20% delle donne soffre di depressione e/o ansia durante la gravidanza o nel periodo successivo al parto, è abbastanza scioccante considerare che così pochi studi se ne sono occupati.”
Pawluski sottolinea anche come questi disturbi colpiscano non solo le madri, ma anche i neonati: madri che soffrono di ansia o depressione post-partum provano più facilmente irritazione verso i loro bambini, e spesso si isolano, rendendo più difficile la formazione di un legame con il neonato, interazioni che possono avere conseguenze anche nel lungo termine.
Riferimenti: Trends in Neurosciences