Sei più simile a un antico romano o a un guerriero vichingo? A quale antenato somigli di più? Un nuovo metodo basato sull’analisi del DNA antico promette oggi di aiutarci a scoprire quanto il genoma di ciascuno di noi somigli a quello di antiche popolazioni, e risalire così ai nostri progenitori. A realizzarlo un team di ricercatori guidati dall’Università di Sheffield nel Regno Unito, che ha classificato, sulla base di alcune mutazioni genetiche, tutte le antiche popolazioni eurasiatiche. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista Genes.
Da chi discendiamo
La paleogenomica è una disciplina che combina lo studio delle popolazioni antiche con la genomica- in pratica mette insieme la medicina e la paleoantropologia. Gli autori dello studio hanno analizzato 302 genomi di antenati provenienti dall’Europa, dal Medio Oriente e dalla parte settentrionale dell’Eurasia, il supercontinente che comprende Europa e Asia. In particolare, fra le popolazioni antiche analizzate ci sono quelle di antichi spagnoli, russi, giordani, turchi, anglosassoni, germani (o goti), scandinavi. Tutti vissuti nell’Età della Pietra, soprattutto nel tardo neolitico, che va dal 4200 al 3.500 a.C. circa, e nella successiva Età dei Metalli. In totale le analisi hanno riguardato popolazioni vissute tra 14mila e 1.500 anni fa. I ricercatori hanno studiato i dati genetici delle antiche popolazioni e li hanno confrontati con quelli di rappresentanti del mondo moderno, viventi. Da questa indagine, hanno identificato un insieme di circa 13mila mutazioni -relativamente poche, secondo gli autori – che sono sufficienti per classificare, a livello genetico, tutte le popolazioni antiche. E permettere di confrontare i nostri geni con quelli loro, per capire da chi discendiamo.
L’IGT dell’individuo
Ottenere questo risultato non è stato semplice. Questo perché, in generale, ricostruire le origini biologiche e geografiche di una popolazione è un’operazione complessa, prevede lo studio del DNA degli scheletri, spesso degradato. Gli scienziati hanno sviluppato un metodo alternativo per questi studi, basato sull’uso dei marcatori aAIMs (Ancient Ancestry Informative Markers). Si tratta di polimorfismi genetici ovvero forme alternative o mutazioni di uno stesso gene che possono essere collegati a determinate regioni geografici – per esempio un continente – e quindi indicare l’ascendenza di un individuo. Un po’ come le etichette IGT dei vini, insomma, i polimorfismi indicano le origini geografiche degli antenati di una persona.
Antico romano o vichingo?
Le 13mila mutazioni genetiche sono come delle impronta digitali delle popolazioni antiche, sottolinea Eran Elhaik , coordinatore della ricerca. Con questo metodo, un prototipo appena messo a punto, precisano gli esperti, si può conoscere quale parte del proprio genoma somiglia a quello di un antico romano, o di un sassone, un goto, e così via, spiegano gli autori dello studio. “Abbiamo aperto le porte della paleogenomica anche a ad applicazioni extra accademiche”, sottolinea Elhaik. I marcatori aAIMs, infatti, possono agevolare gli studi di scienza forense in ambito archeologico e antropologico, e anche permettere a chiunque di noi di “riscoprire” le proprie ascendenze neolitiche.
Riferimenti: Genes