Arriva il censimento del mare

Dal 2 agosto tutti gli appassionati della vita marina hanno una nuova, preziosissima fonte da consultare: l’inventario del Census of Marine Life, una raccolta di articoli sulla biodiversità degli oceani in venticinque aree chiave del pianeta. La raccolta, intitolata “Marine Biodiversity and Biogeography – Regional Comparisons of Global Issues”, è disponibile gratuitamente su  Public Library of Science One. E’ il frutto di una collaborazione decennale tra più di 360 scienziati, impegnati a rispondere a una delle domande più antiche nella storia dell’umanità: “Cosa vive in fondo al mare?”.

Mettendo insieme dati più o meno recenti, il Census of Marine Life (network di cui fanno parte ricercatori di oltre 80 nazioni) ha prodotto una sorta di “censimento” delle specie marine nelle regioni oceaniche di Antartide, Europa atlantica, Australia, Mar Baltico, Brasile, Canada, Mar dei Caraibi, Cina, Oceano Indiano, Giappone, Mar Mediterraneo, Nuova Zelanda, Sudafrica, Sudamerica, Corea del Sud, Corrente di Humboldt, Patagonia e Stati Uniti. Il sommario dell’iniziativa verrà presentato a Londra il prossimo 4 ottobre.

“L’obiettivo – ha spiegato Patricia Miloslavich, scienziata del Census e responsabile degli studi regionali – era creare uno strumento in grado di funzionare come punto di riferimento per misurare ogni cambiamento che avviene negli oceani, sia per cause naturali che per azioni umane”. “Per farlo – ha aggiunto la ricercatrice – il Census ha esplorato nuove aree ed ecosistemi, scoprendo nuove specie e registrando la presenza di specie già note in posti in cui non erano mai state riportate”.

Nel complesso, gli scienziati hanno stabilito che il numero delle specie conosciute presenti nelle aree analizzate varia tra le 2.600 e le 33.000. Di queste, almeno un quinto è rappresentato da crostacei, mentre solo il 2 per cento è composto da vertebrati come balene, leoni marini, foche e tartarughe. Inoltre, malgrado il grande sforzo di catalogazione fatto finora, gli scienziati ritengono che per ogni specie marina conosciuta ce ne siano almeno altre quattro che non sono ancora state scoperte.

“Il censimento era necessario per almeno due ragioni: da un lato l’esigenza di mettere ordine nella tassonomia, così da facilitare la scoperta e la descrizione di nuove specie; dall’altro, la triste costatazione del fatto che molte specie marine hanno subito un declino notevole  a causa dell’attività dell’uomo”, ha spiegato Mark Costello, ricercatore della University of Auckland (Nuova Zelanda). Secondo il Census, infatti, le minacce principali per la biodiversità negli oceani sono la pesca eccessiva, la perdita di habitat naturali, l’inquinamento, l’aumento della temperatura e l’acidificazione delle acque.

Riferimenti: PLoS doi:10.1371/journal.pone.0012110

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