Un peptide naturalmente presente nel frumento di grano duro può contrastare gli effetti tossici della gliadina, la proteina del glutine responsabile della celiaca. La ricerca, pubblicata su Pediatric Research, è stata realizzata nei laboratori dell’Istituto Superiore di Sanità dal gruppo coordinato da Massimo De Vincenzi, ricercatore del reparto Alimentazione, Nutrizione e Salute. La scoperta potrebbe rappresentare una strategia terapeutica alternativa alla dieta, al momento unico strumento di cura dei pazienti.
“Nello studio”, spiega De Vincenzi, “siamo riusciti a descrivere per la prima volta gli effetti di un peptide presente in natura, nella comune farina di grano duro, mentre tutte le molecole individuate in passato erano sintetizzate artificialmente”. La molecola in questione si chiama 10mer e la sua “carta vincente” sta nell’abilità di prevenire nei celiaci l’attivazione e la proliferazione dei linfociti, messi in moto nell’intestino dalla presenza del glutine, considerato dal loro sistema immunitario alla stregua di un agente infettivo, quindi da distruggere.
Lo studio è stato condotto su dieci bambini fra i 3 e i 14 anni di età con i classici sintomi della malattia celiaca (vomito, anemia, inappetenza), i quali non avevano ancora iniziato a seguire alcuna dieta. Sono state prelevate loro le cellule mononucleate del sangue, ed è stato testato in vitro l’effetto antagonista del 10mer nei confronti della gliadina.
La speranza degli studiosi è che modificando il genoma della gliadina con una una sovraespressione del 10mer si ottenga un frumento modificato dotato delle stesse qualità nutritive di quelli prodotti in natura, ma non tossico per i celiaci. (m.r.)