Nuove sostanze in grado di cambiare consistenza e rigidità una volta messe a contatto con i liquidi. L’hanno realizzata gli studiosi della Case Western Reserve University, e del Louis Stokes Cleveland Department of Veterans Affairs Medical Center (Usa), che hanno appena pubblicato i loro risultati su Science.
Come riportano gli autori, si tratta di una classe di polimeri capaci di cambiare consistenza, diventando morbidi o duri a seconda se si trovano a contatto con un liquido o meno. Jeffrey Capadona e colleghi hanno infatti scoperto un nuovo modo di trattare chimicamente i nanocompositi polimerici, per esempio introducendo un gruppo solfato sulla loro superficie: “Possiamo costruire in laboratorio questi nuovi polimeri, cambiando le loro proprietà meccaniche”, spiega Weder, uno degli autori del progetto, “e i materiali che abbiamo realizzato possono ‘trasformarsi’ dalla dura plastica alla gomma più elastica se posti a contatto con l’acqua”.
Il gruppo ha preso spunto dalla proprietà di alcuni echinodermi come alcune specie chiamate comunemente “cetrioli di mare” (Cucumaria frondos), di alterare la rigidità dell’epidermide profonda. Secondo i biologi marini, questi animali regolano la propria consistenza regolando l’interazione tra le fibre di collagene (tessuto analogo al nostro connettivo) attraverso una macromolecola solubile secreta localmente da cellule specializzate, controllate dal sistema nervoso.
Per la prime serie di polimeri artificiali, i ricercatori hanno utilizzato un co-polimero di ossido di etilene e epicloroidrina (Eo-Epi) in cui erano state incorporate nanofibre, tra cui anche quelle di cellulosa isolate da un organismo marino del gruppo dei tunicati. Altre nanofibre simili possono essere ricavate in natura anche dal legno e dal cotone. (s.f.)