Nasa: a febbraio torneremo sulla luna con Artemis I

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(Foto: NASA/Cory Huston)

Tutti i grandi viaggi sono fatti di piccoli passi. In realtà, ed è questo il caso, i passi a volte sono tutt’altro che piccoli. Il “passo” in questo caso è la preparazione del veicolo di lancio della missione Artemis I verso la Luna: la Nasa la scorsa settimana ha infatti annunciato di aver montato la capsula Orion sopra il razzo Space Launch System, il più potente mai realizzato, come piace ricordare all’agenzia, all’interno del Vehicle Assembly Building. Oltre al “passo” però dalla Nasa è arrivata anche una data: febbraio 2022. Ricomincerà tutto allora, con il liftoff di Artemis I dalla rampa di lancio 39B del Kennedy Space Center, in Florida. Sarà la prima missione che vede il super razzo integrato alla capsula Orion. Non ci saranno esseri umani a bordo ma aprirà la strada del ritorno sulla luna degli esseri umani. Una meta che, secondo i piani originali, è prevista nel 2024, con la prima donna e la prima persona di origine afroamericana che raggiungeranno la Luna.

(Foto: Nasa)

Artemis I: una missione da record

Artemis I si prospetta, per così dire, come una missione preparatoria, per testare sia le performance del razzo che della capsula Orion, sia per acquisire dati, attraverso il carico a bordo, per la programmazione delle future fasi del programma Artemis. Infatti, sebbene senza equipaggio (umano), la Artemis I non sarà una missione vuota: a bordo ci saranno 13 satellitti (CubeSat), alcuni dei quali sviluppati per raccogliere informazioni propedeutiche al ritorno sulla Luna

Ancora in bozza, e in attesa di superare una batteria di test finali, la missione conta di mettere in cantiere una serie di primati nell’esplorazione dello Spazio: porterà la Orion più lontano, più veloce e a temperature più elevate di quanto abbia mai sopportato da una navicella per il trasporto umano. Si parla di oltre 60 mila chilometri dalla Luna, rientri a quasi 40mila chilometri orari (km/h), e di temperature di 2700°C. Per un viaggio totale di oltre due milioni di km. Il viaggio di Artemis I – che potrebbe durare nel complesso oltre un mese – è riassunto in questa mappa, fase per fase, fino al rientro nel Pacifico della navicella Orion.

(Foto: Nasa)

Artemis II: il primo equipaggio lunare

Mentre Artemis I si avvia alle ultime fasi di preparazione prima del lancio di febbraio, proseguono anche i lavori per le missioni che arriveranno dopo e che porteranno il programma Artemis nel vivo. Con Artemis II, infatti, gli astronauti torneranno a volare dalle parti della Luna, limitandosi però a guardarla da lontano (nessuno sbarco), a più di 7mila chilometri dalla faccia nascosta, nel corso di una missione della durata di una decina di giorni in tutto. 

Durante Artemis II l’equipaggio si dedicherà a testare il pilotaggio manuale della capsula Orion, dopo la separazione dall’Interim cryogenic propulsion stage (Icps), uno stadio a ossigeno e idrogeno liquido, usato anche durante la Artemis I. Nella prima missione però l’Icps servirà per spingere la capsula verso la Luna, mentre in Artemis II la porterà in un’alta orbita terrestre, prima di essere usato come bersaglio per le operazioni manuali e sarà invece l’European Service Module a portare la Orion nell’orbita translunare, ricordano dall’Agenzia spaziale europea (Esa).


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E proprio l’Icps è il primo pezzo del razzo di Artemis II a essere arrivato in Florida, lo scorso agosto. La presenza dell’equipaggio a bordo servirà anche per testare i vari sistemi di comunicazione così come, più banalmente, quelli di supporto vitali, anche durante le previste attività di esercizio fisico degli astronauti. Partenza: 2023.

(Foto: Nasa)

Artemis III: il ritorno sulla Luna

E arriviamo al 2024, il culmine del programma Artemis, con Artemis III la missione che riporterà un uomo, e per la prima volta una donna, a calcare il suolo lunare. Un’anteprima di quello che sarà poi possibile effettuare, in maniera più strutturata, sfruttando il Gateway, la base orbitante a a 380mila chilometri dalla Terra, una nuova casa nello Spazio da utilizzare come base per l’esplorazione della Luna e del Sistema solare. Dopo le discussioni con diversi partner commerciali, la Nasa la scorsa primavera ha fatto sapere di aver individuato nella Starship di Space X, un sistema completamente riutilizzabile, lo Human Landing System che porterà due astronauti americani di nuovo sulla Luna. 

Artemis

Nell’ultimo aggiornamento sul programma Artemis rilasciato dalla Nasa non si parla ancora di un sito ben definito di allunaggio, ma ci si limita a tracciarne le caratteristiche necessarie: adeguata illuminazione solare per garantire luce come fonte di energia e ridotti sbalzi termici, posizionamento ideale per assicurare comunicazioni con la Terra, terreno adatto sia al landing che a passeggiate lunari che al movimento di rover, e ancora vicinanza a zone perennemente in ombra quali possibili fonte di ghiaccio. Qualche indizio prezioso potrebbe arrivare dalle perlustrazioni di Viper, il rover parte del programma Artemis per cui da poco è stato reso noto il sito di allunaggio: in prossimità del Cratere Nobile al polo sud lunare, una delle aree più fredde del Sistema solare, ricordano dall’agenzia. Per ora, il piano prevede di consentire ai primi astronauti che rimetteranno piede sulla Luna almeno quattro attività extra-veicolari, durante le quali è previsto il recupero di una trentina di chili di campioni lunari da riportare a Terra. Tutto questo sta per ricominciare con Artemis I. E manca poco.

Via: Wired.it