(Anmar)– Il 53° Congresso della Società Italiana di Reumatologia, in corso a Rimini dal 23 al 26 novembre, è un’occasione importante per ribadire il ruolo fondamentale del reumatologo nella gestione del paziente con artrite reumatoide. È proprio grazie a un dialogo aperto e trasparente con il proprio specialista, infatti, che si possono affrontare e superare le complicazioni di una terapia che quasi il 40% dei pazienti con artrite reumatoide non segue correttamente.
Questo è il messaggio al centro della Campagna #IONEPARLO, promossa da Roche con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Malati Reumatici ANMAR Onlus, dedicata alle persone con artrite reumatoide costrette ad affrontare ogni giorno numerose sfide legate ad una tra le malattie croniche invalidanti più diffuse, soprattutto tra le donne.
La campagna, che ha Pinocchio come testimonial d’eccezione, ha ottenuto il patrocinio della Fondazione Nazionale Carlo Collodi e vuole invitare gli italiani, pazienti e non, a partecipare a #IONEPARLO, per informare e sensibilizzare sul perché è fondamentale non dire bugie al proprio medico. Per prendere parte all’iniziativa basterà scaricare e stampare la maschera di Pinocchio dal sito www.arioneparlo.it o indossare un semplice naso di carta e farsi un selfie o un breve video condividendolo sui propri canali social con l’hashtag #IONEPARLO.
“I pazienti con artrite reumatoide hanno un ruolo centrale nella gestione della malattia. – commenta il Roberto Caporali, professore associato di reumatologia all’Università di Pavia e responsabile Early Arthritis Clinic Fondazione Policlinico San Matteo Pavia – Purtroppo però ragioni diverse, come la paura degli effetti collaterali, li spingono a non proseguire la terapia con costanza e secondo le indicazioni del medico, compromettendo il buon esito del trattamento. Per questo, – continua Caporali – è estremamente importante che i pazienti parlino in modo aperto e trasparente con il proprio reumatologo, per ragionare insieme sulla scelta terapeutica. Questo consentirebbe al paziente un maggior controllo della malattia, e al medico una migliore gestione del trattamento e della patologia con l’obiettivo ultimo di migliorare la qualità di vita del paziente”.
L’Artrite Reumatoide (AR) è una malattia cronica, progressiva ed autoimmune che colpisce in Italia circa 300.000 persone, soprattutto donne (rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini) e che generalmente richiede un trattamento che dura tutta la vita. Più della metà delle persone con AR in terapia combinata non assume correttamente la terapia. La mancata aderenza alle terapie è una delle più importanti sfide per le persone con AR. Le conseguenze di tutto questo si ripercuotono nella vita di tutti i giorni, con consistente compromissione della qualità di vita.