Aspiranti medici all’assalto

L’organizzazione mondiale della sanità non ha dubbi: ogni 2000 pazienti c’è bisogno di un medico. È questo infatti il rapporto che garantisce una efficace copertura sanitaria della popolazione. In Italia la presenza dei medici è addirittura doppia: 1 medico ogni 1089 cittadini. Insomma, un esercito di professionisti pronti a soddisfare le esigenze di salute, o forse a indurle. Si sa quando se il mercato offre, la domanda in qualche modo è pilotata. E se poi l’offerta è quella di “stare meglio” non c’è da meravigliarsi che la richiesta aumenti. “Una situazione pericolosa per i cittadini che ora rischia addirittura di peggiorare”, afferma Giuseppe Renzo, presidente della Commissione nazionale odontoiatri. Perché? A causa di una sanatoria attualmente in discussione al Senato che, se passasse, darebbe un colpo di grazia all’istituzione del numero programmato, l’accesso cioè solo attraverso esame di ammissione ad alcune facoltà tra cui medicina e odontoiatria. Come dire: il numero di medici e odontoiatri non farebbe che aumentare.Il Ddl 2005 “Norme di regolarizzazione delle iscrizioni ai corsi di diplomi universitari e di laurea per l’anno accademico 2000-2001”, infatti, qualora venisse approvato, darebbe ragione a quel gruppo di giovani che, vedendosi respinti all’esame di ammissione dei corsi di laurea a numero programmato come Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, medicina veterinaria e architettura, ha fatto ricorso al Tar. La loro azione legale li aveva portati a essere ammessi ai corsi di laurea, sebbene con riserva. Ora il testo di legge vorrebbe reintegrarli a pieno titolo. “Nella discussione avvenuta alla camera dei deputati si è trovato un compromesso: gli studenti saranno riammessi ma a un corso di laurea che non preveda il numero programmato”, spiega Renzo. “Ci auguriamo che anche il Senato prenda questa decisione”. Il provvedimento altrimenti rischierebbe anche di essere incostituzionale. La legge che istituisce il numero chiuso in alcune facoltà, infatti, è passata al vaglio della Corte costituzionale che ne ha decretato la validità. L’indiscriminato aumento del numero degli studi dentistici rischia di essere un problema prima di tutto per i cittadini. “Valutiamo che già oggi almeno il 25-30 per cento di quanti esercitano la professione siano degli usurpatori, persone che si spacciano per dentisti ma che non lo sono e che di conseguenza non garantiscano ai pazienti cure adeguate”, denuncia Renzo. Un fenomeno che mette a rischio il rapporto con i pazienti: secondo un’indagine Doxa il 71 per cento degli Italiani ha fiducia nel proprio dentista e lo giudica bravo tecnicamente ed eticamente, ma un’analoga percentuale (il 70 per cento) è consapevole di essere esposto al rischio di contrarre malattie durante le cure dentali. Su questo punto si è recentemente scatenata una polemica fra Giorgio Nidoli, del Collegio dei docenti in odontoiatria e Franco Castellini, ricercatore del settore chimico e di igiene applicata da una parte e l’Associazione nazionale dentisti italiani dall’altra. Durante il congresso nazionale del Collegio dei docenti di odontoiatria, svoltosi a Roma dal 21 al 24 aprile scorsi, i primi avevano denunciato l’assenza di strumentazione adeguata nel 90 per cento degli studi dentistici. Dato subito contestato dai secondi.In ogni caso per dialogare in maniera corretta con i propri pazienti, la commissione nazionale dei dentisti ha deciso di istituire un Osservatorio insieme all’Adiconsum, associazione di tutela dei consumatori, che raccoglierà le indicazioni, le esigenze, le lamentele dei cittadini. Così da poter arrivare a comporre un Decalogo dei diritti e dei doveri dei dentisti da una parte e dei con consumatori dall’altra.

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