Non è colpa dei piatti serviti nei fast food se si è obesi, ma delle proprie scelte di alimentazione. Lo stop ai processi contro i fast food americani, accusati da più parti di essere responsabili dell’epidemia di grasso che dilaga negli Stati Uniti, arriva dalla proposta di legge approvata ieri dalla Camera dei rappresentanti Usa. La discussione sul provvedimento, soprannominato la “legge del cheesburger”, ha avuto luogo subito dopo l’allarme lanciato dai Centers for disease control (Cdc) sui pericoli che l’obesità provoca alla salute umana. Secondo gli esperti dei Cdc, se l’attuale tendenza dovesse continuare, il sovrappeso potrebbe strappare al fumo il triste primato di massima causa evitabile di morte negli Stati Uniti. La proposta di legge, approvata con 276 voti favorevoli e 139 voti contrari, è appoggiata dalla Casa Bianca e, ovviamente, dall’industria alimentare. “La filosofia dietro il provvedimento non riguarda una catena di fast food o un piatto in particolare”, ha affermato una portavoce della McDonald’s, “ma piuttosto la responsabilità personale per le proprie decisioni”. Sintetizzata efficacemente da Tom deLay, leader dei repubblicani alla Camera: “se mangi robaccia e ti ammali, la colpa è tua, non di chi ti ha venduto il cibo”. (r.m.)