Li stiamo registrando dal 2001 (anche se la scoperta ufficiale è datata 2007), sappiamo che sono impulsi ultra energetici di onde radio di brevissima durata che provengono dallo Spazio profondo e li stiamo anche sfruttando per saperne di più sull’Universo. Eppure non abbiamo ancora le idee chiare su cosa generi i Fast Radio Burst (Frb). Oggi però arriva la conferma che alcuni Frb che si ripetono nel tempo potrebbero seguire uno schema: l’università di Manchester ha infatti osservato che, dopo l’Frb 180916.J10158+56, anche l’Frb 121102 mostra un ciclo di attività che si azzera ogni 157 giorni. Un dato che però lascia più domande che risposte.
Lo studio
La ricerca è stata condotta da un team dello Jodrell Bank Observatory sfruttando il Lovell Telescope. Per quattro anni gli scienziati hanno osservato l’Frb 121102, registrando 32 segnali. Unendo i nuovi dati a quelli accumulati da studi precedenti, i ricercatori ritengono che i lampi radio veloci provenienti da questa fonte, che rimane sconosciuta, si ripetano nel tempo secondo uno schema di 157 giorni. Sembra infatti che l’attività si concentri nei primi 90 giorni circa per poi fare una pausa di 67 giorni e ricominciare il ciclo.
L’Frb 121102 è stato il primo Frb che gli scienziati hanno visto ripetersi nel tempo, e il secondo che mostra ripetersi con una certa regolarità. In precedenza, infatti, un altro team aveva identificato un ciclo di attività di soli 16 giorni dell’Frb 180916.J10158+56.
Più domande che risposte
Nel corso degli anni gli scienziati hanno formulato diverse ipotesi sulla natura delle fonti di Frb, per esempio l’esplosione di supernovae o la collisione di stelle di neutroni e buchi neri – fenomeni catastrofici che avrebbero dato origine a esplosioni singole, non ripetibili. Poi però si è scoperto che alcuni Frb si ripetono, e adesso anche che alcuni si ripetono secondo uno schema, rimettendo tutto in discussione.
In primis, esistono più tipi di Frb, alcuni che si ripetono e altri no? Potrebbe anche essere che tutti si ripetano, ma che non abbiamo ancora abbastanza dati per identificare cicli di attività che potrebbero essere molto lunghi.
Poi, quale fenomeno potrebbe dare luogo a esplosioni di impulsi radio ultra energetici a cadenza regolare? Forse, riferiscono gli autori dello studio (pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society) , gli Frb sono collegati al moto orbitale di stelle massicce, di stelle di neutroni o di buchi neri.
“Questo è un risultato entusiasmante in quanto è solo il secondo sistema in cui crediamo di vedere questa modulazione nell’attività di scoppio”, ha commentato Kaustubh Rajwade, che ha coordinato la ricerca su Frb 121102. “Rilevare una periodicità fornisce un importante vincolo sull’origine delle esplosioni e i cicli di attività potrebbero mettere in discussione l’ipotesi della precessione delle stelle di neutroni [la precessione dell’asse magnetico di una stella di neutroni era una delle ipotesi avanzate per spiegare gli Frb che si ripetono, ma non sembra essere compatibile con i nuovi dati, ndr]”.
Insomma, più informazioni raccogliamo sugli Frb più diventa palese quanto poco ne sappiamo. Non resta che continuare a studiare.
Via: Wired.it
Leggi anche su Galileo:
Capire i buchi neri con gli ologrammi
I lampi radio veloci più vicini mai osservati
Nuovi lampi radio veloci nello spazio. Ma l’origine è un mistero