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Aziende inaccessibili

Solo il 25 per cento delle aziende italiane usa tecnologie “assistive” per consentire anche ai disabili di lavorare. È quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio promosso dalla School of Management e dall’Ict Institute del Politecnico di Milano, insieme alla Fondazione Asphi Onlus.

L’analisi evidenzia una limitata presenza di tecnologie assistive (25 per cento) e di interventi ad hoc sui sistemi informativi per migliorare l’accessibilità da parte dei disabili (14 per cento) nelle grandi imprese italiane. Le imprese, secondo il documento, tendono ad assumere persone con disabilità che non ne compromettano l’utilizzo delle tecnologie informatiche o a far svolgere loro mansioni che non richiedono l’accesso ai sistemi informativi, con un approccio che si può definire di “dissoluzione del problema”, come ha sottolineato Andrea Rangone, responsabile della ricerca.

Lo studio si è basato su un’ampia analisi empirica che ha esaminato un campione di 165 fra responsabili dei Sistemi Informativi e delle Risorse Umane di grandi imprese operanti in Italia, oltre a un campione di 1.060 piccole e medie imprese. È stata misurata anche l’accessibilità per il disabile a importanti siti di e-commerce e ai servizi offerti dagli operatori di telefonia mobile.

Nelle grandi aziende analizzate le persone con disabilità sono circa il quattro per cento, per lo più impiegati (94 per cento), nonostante a volte occupino anche posizioni di quadro e dirigenti. Interrogati su quali siano le motivazioni che hanno portato all’assunzione di dipendenti con disabilità, i responsabili delle Risorse Umane indicano sempre la necessità di soddisfare un obbligo previsto dalla legge, solo nel 36 per cento dei casi azioni di responsabilità sociale e in un misero tre per cento motivazioni legate alle “abilità” del candidato. Considerando invece le piccole e medie imprese, solo il 21 per cento di quelle in cui sono presenti dipendenti con disabilità ha dotato di tecnologie assistive i propri lavoratori disabili, per consentire loro l’accesso ai Sistemi Informativi aziendali.

“L’intento dell’Osservatorio”, ha dichiarato Umberto Bertelè, presidente della School of Management del Politecnico di Milano, “è quello di contribuire a una maggiore sensibilizzazione delle imprese, dei provider, delle istituzioni, della pubblica amministrazione, sui temi dell’accessibilità delle applicazioni Ict alle persone con disabilità, per evitare i rischi di un digital divide”. A questo proposito l’Osservatorio sta lavorando anche a nuove prospettive sull’uso del cellulare, che si ritiene possa essere un giorno una sorta di telecomando universale per l’interazione con display di controllo di apparecchiature dell’ambiente domestico o dell’ufficio e un nuovo canale di pagamento. (f.g.)

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