Nomen, omen. Da un istituto che si chiama Splash Lab non ci si poteva aspettare altro. E i fisici che vi lavorano hanno evidentemente deciso di tenere alto il nome dell’istituzione. “In risposta ai rimproveri ripetuti di madri e mogli”, scrivono, “abbiamo analizzato la fluidodinamica degli schizzi d’urina maschile”. Roba da IgNobel, è vero. Ma, assicurano gli autori della bizzarra ricerca, che sarà presentata al congresso dell’American Physical Society, dietro l’intera faccenda c’è della scienza reale. Gli scienziati hanno preso a cuore il problema, studiando la fisica che regola la minzione ed elaborando una lista di consigli – alcuni di essi piuttosto ovvi, a dire il vero – per evitare di trasformare la toilette in “un posto disgustoso pieno di pozzanghere e batteri” (senza parlare della questione dei pantaloni maculati).
Per ovvie ragioni, l’équipe ha preferito ricreare un ambiente simulato, mettendo a punto un sistema di serbatoi e ugelli che emettono acqua colorata a velocità e pressione comparabili a quelle di un uomo. Quindi, usando una telecamera ad alta velocità, hanno filmato il momento dell’impatto del fluido: gli schizzi seguono la cosiddetta instabilità di Rayleigh-Plateau, una legge della fluidodinamica secondo la quale un flusso di liquido in caduta libera si divide in una serie di gocce. “Il flusso di urina maschile si ‘rompe’ 6-7 centimetri circa dopo essere uscito dall’uretra”, spiega Randy Hurd, uno degli autori della ricerca. “Per questo motivo, quando colpisce la toilette, l’urina è già in forma di goccioline. Sono loro le responsabili degli schizzi sui vostri pantaloni”.
Il consiglio? “Più state vicini, meglio è”, dice ancora Hurd. “Se l’impatto con la porcellana avviene quando il flusso di urina è ancora intero, è molto meno caotico”. Quindi, maschietti, state seduti. E poco importa se, in Germania, vi daranno degli sitzpinkler, un termine dispregiativo per indicare gli uomini che la fanno da seduti. In risposta, sventolate loro l’articolo di Hurd e colleghi – forse cambieranno idea. O forse no. Comunque, c’è dell’altro. Anche la geometria gioca un ruolo importante. “Per ridurre gli schizzi è importante anche alterare l’angolo di attacco“, spiega anora Hurd. “Siate artistici e fate in modo che il flusso rimbalzi verso il basso con l’angolo più stretto possibile”. E mirate alle pareti, non all’acqua sul fondo.
L’équipe racconta inoltre di aver scoperto che molti dei detergenti usati per pulire gli orinatoi tendono ad aumentare l’annoso problema degli schizzi, perché riducono la tensione superficiale dell’acqua – quindi, secondo Phys.org, “toilette più sporche potrebbero avere meno schizzi in giro”, una tesi che non ci sentiamo di avallare del tutto. In ogni caso, la scienza va avanti. La squadra dello Splash Lab ha intenzione di studiare diversi modelli di toilette e identificare “il miglior approccio per l’uso dell’orinatorio”. Un giorno parecchie donne gliene saranno grate.
Riferimenti: Bulletin of the American Physical Society
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Credits immagine: Papyrarri/Flickr
Credits video: Splash Lab – Brigham Young University’s Premiere Incompressible Fluids Lab
Studi come questo mi fanno sentire un pioniere della scienza.
Non ci crederete, ma ero arrivato alle stesse conclusioni pur senza sofisticate apparecchiature scientifiche, applicando semplicemente il metodo galileiano.
Ci sarà un posticino anche per me nell’albo d’oro della scienza?