Non è un contrordine: più si cammina e meglio è. Tuttavia per tenersi in salute potrebbero bastare anche meno dei 10mila passi canonici, spesso citati da parte degli esperti. La nuova soglia minima per stare bene potrebbe abbassarsi a 7mila passi al giorno, secondo uno studio statunitense, cui ha preso parte l’Università del Massachusetts. La ricerca mette in relazione l’attività fisica con la mortalità complessiva. E dice che chi fa almeno 7mila passi al giorno ha un rischio individuale di morte per tutte le cause molto più basso. Lo studio statistico è pubblicato su Jama Network Open.
La fake news dei 10 mila passi
L’indicazione di 10mila passi al giorno è di fatto arbitraria: non è frutto di prove e studi scientifici. L’idea è nata e si è diffusa circa 55 anni fa, ad opera di un’azienda che promuoveva il primo pedometro e non trova riscontro in raccomandazioni ufficiali. Del resto, fino al 2005 non esistevano wearable e smartphone che consentissero di misurare così facilmente i passi e studiarne l’impatto sulla salute. L’indagine di oggi dà una stima, sulla base di un campione di più di duemila persone, di quanti passi al giorno potrebbero far bene, fornire una qualche protezione da vari problemi di salute. Lo studio è comunque limitato e statistico, dunque non c’è un nesso di causa effetto fra la quantità di passi e la ridotta mortalità. Ma proviamo comunque a vedere cosa dice.
Lo studio: dall’esercizio alla salute
I ricercatori hanno valutato i livelli di attività fisica, in particolare della camminata, di circa 2.100 persone adulte di età media pari a 45 anni, tutti dai 38 ai 50 anni. Hanno monitorato il loro stato di salute per quasi 11 anni, durante i quali ci sono stati 72 decessi (circa il 3,4% dei volontari). Gli autori hanno chiesto ai partecipanti di tenere un accelerometro indossabile per contare il numero di passi, dal 2005 al 2006. Sono state ammesse al trial soltanto le persone (circa 2.100, appunto) che lo hanno indossato regolarmente almeno 10 ore al giorno. Gli esperti hanno diviso i volontari in 3 gruppi: quello associato a un basso livello di movimento, con meno di 7mila passi al giorno, un livello medio, dai 7mila ai 10mila, e un livello alto, con 10mila passi o più.
7mila passi vanno già bene
I risultati hanno mostrato che c’è una riduzione significativa del rischio di morte per tutte le cause sia nel gruppo che faceva regolarmente 7mila passi o più (livello medio) sia nel gruppo molto attivo, sopra i 10mila passi. Si parla di una diminuzione dal 50 al 70% del rischio di morte prematura nel campione considerato. L’intensità della camminata, almeno in questo studio, non è risultata associata a un calo maggiore della mortalità. Inoltre, camminare molto di più, ovvero percorrere più di 10mila passi, non è collegato a un’ulteriore riduzione del rischio, stando ai dati. Lo studio è ancora limitato, ma apre le porte a una riconsiderazione delle regole sull’attività fisica. Il tutto anche in vista di potenziali aggiornamenti delle linee guida, che tengano conto, oltre che della durata e dell’intensità dell’esercizio, del numero di passi, per chi ama camminare.
Quanta attività fisica? Le regole ufficiali
Anche se non sui passi, qualche regola però c’è. Le linee guida nazionali e internazionali raccomandano una certa durata e un tipo di esercizio. Parliamo di una durata che va dai 150 ai 300 minuti a settimana di attività aerobica di intensità moderata oppure dai 75 ai 150 minuti di attività intensa. Si può anche fare un un mix delle due per un periodo circa equivalente. Non c’è più la limitazione per cui le sessioni devono essere di almeno 10 minuti. Inoltre per almeno 2 giorni a settimana sono raccomandati esercizi di rafforzamento muscolare.
Riferimenti: Jama Network Open