I batteri nella bocca e nell’intestino possono incidere sulla patogenesi dell’arteriosclerosi e portare così a nuove strategie di trattamento. A renderlo noto è una ricerca condotta dalla Sahigrenska Academy (Università di Gothenburg) in Svezia e pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Il nostro organismo ospita più batteri che cellule (dieci volte di più) e la ricerca negli ultimi anni ha dimostrato che la nostra flora intestinale è alterata nell’obesità e che nel tempo può portare a malattie cardiovascolari. Per esempio infiltrandosi nelle placche arteriosclerotiche e accelerando il processo infiammatorio, come hanno dimostrato i microbiologi svedesi. L’infiammazione incrementa il rischio della rottura di placca nelle arterie, ma le origini dell’infiammazione non sono chiare. I batteri potrebbero giocare una parte fondamentale.
Inizialmente i ricercatori hanno riscontrato che il numero di batteri nella placca è correlato con quello di globuli bianchi nel sangue. Il che indicherebbe la presenza di un’infiammazione. In seguito hanno determinato la composizione dei batteri nella bocca, nell’intestino e nella placca arteriosa di 15 pazienti e di 15 soggetti sani. Dal riscontro è emerso che diversi batteri trovati nelle placche erano presenti nella bocca e nell’intestino dello stesso paziente. Inoltre in tutte le placche erano presenti Pseudomonas luteola (responsabile della peritonite, cellulite e della batteriemia) nonché Chlamidya pneumoniae (principale causa della polmonite)
Questi risultati suggerirebbero che i batteri dalla bocca e dall’intestino finiscono nella placca dove contribuirebbero all’infiammazione e alla rottura della placca stessa. “Ritrovare gli stessi batteri nella placca arteriosclerotica, nella bocca e nell’intestino dello stesso individuo apre la strada per nuove diagnosi e strategie di trattamento”,ha commentato Fredrik Bäckhed, autore dello studio e ricercatore della Sahigrenska Academy.
Riferimenti:Pnas doi:10.1073/pnas.1011383107