Batteri, la resistenza ha un milione di anni

Quanto è antico il meccanismo alla base della resistenza agli antibiotici dei batteri? Almeno un milione di anni. È la risposta di Gerry Wright, direttore scientifico del Michael Degroote, l’Istituto di ricerca sulle malattie infettive (IIDR) dell’Università McMaster (Canada).

Wright, che non più tardi dello scorso settembre aveva annunciato di aver scoperto ceppi di batteri resistenti all’interno di un campione di permafrost datato oltre 30.000 anni fa, aveva promesso di indagare in tempi ancora più remoti (vedi Galileo, Resistenza agli antibiotici, una storia da 30.000 anni). E così ha fatto, pubblicando i suoi risultati su Plos One. Il tema è caldo perché le resistenze rappresentano un ostacolo alla eradicazione di alcune malattie infettive.

Questa volta Wright, insieme al biologo Hazel Barton dell’Università di Akron (Usa), è sceso in una delle grotte più profonde e grandi al mondo: Lechuguilla, nel Carlsbad Cavern National Park (New Mexico). In questa caverna sono stati individuati quattro siti rimasti isolati da oltre quattro milioni di anni. Qui sono stati trovati alcuni ceppi di batteri non patogeni per l’essere umano, ma attualmente sconosciuti. Portati in laboratorio, sono stati coltivati per 3-5 giorni, e sulle varie colture sono stati testati diversi antibiotici.

Quasi tutti i ceppi di batteri hanno presentato resistenza ad almeno un antibiotico commerciale usato oggi in medicina (alcuni fino a 14), come la gentamicina, la neomicina, la fosfomicina, il trimethoprim. “Le nostre ricerche stanno dimostrando che la resistenza agli antibiotici non è un fatto recente, ma molto antico, forse di miliardi di anni. Questo ha importanti ripercussioni cliniche e ci suggerisce che i batteri naturalmente immuni agli antibiotici sono molti più numerosi di quello che immaginavamo”, ha commentato Wright.

Riferimento: Plos One 10.1371/journal.pone.0034953

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