Il peso complessivo è stimato in circa 250 grammi. Si tratta dei frammenti di roccia e polvere prelevati durante una manovra touch-and-go a ottobre 2020 sull’asteroide Bennu dalla sonda Osiris-Rex della Nasa, la terza missione di campionamento di asteroidi nella storia e la prima degli Stati Uniti. E che domenica scorsa ha coronato il suo viaggio lungo 7 anni nel Sistema solare, sganciando una piccola capsula che, planando con l’aiuto di un paracadute sul deserto dello Utah, ha portato a casa un prezioso bottino: il più grande campione di materiale di un asteroide mai riportato sulla Terra.
TOUCHDOWN! The #OSIRISREx sample capsule landed at the Utah Test and Training Range at 10:52am ET (1452 UTC) after a 3.86-billion mile journey. This marks the US's first sample return mission of its kind and will open a time capsule to the beginnings of our solar system. pic.twitter.com/N8fun14Plt
— NASA (@NASA) September 24, 2023
La sonda e l’asteroide
La missione Osiris-Rex, acronimo di Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification and Security – Regolith Explorer, è stata lanciata nel 2016 per raggiungere, due anni dopo, Bennu, un asteroide rimasto abbastanza integro dalla nascita del Sistema solare. Appartiene, infatti, alla categoria degli asteroidi più antichi e ricchi di materiali a base di carbonio, che, come ipotizzano gli esperti, avrebbero potuto portare materiali organici e minerali ricchi in acqua sulla Terra, dando il via alla formazione della vita. La sonda Osiris-Rex è così riuscita a prelevare un campione del suo materiale da riportare sulla Terra nell’ottobre 2020, quando con una manovra touch-and-go si è avvicinata rapidamente alla superficie dell’asteroide raccogliendo con un braccio robotico il materiale, per poi incapsularlo e prepararlo al rientro a casa.
I campioni di Bennu
Nel giro di un’ora e mezza dall’atterraggio, come racconta la Nasa, la piccola capsula contenente il materiale è stata trasportata in elicottero in una camera apposita allestita presso il Dugway Proving Ground del Ministero della difesa degli Stati Uniti, dove è stata collegata a un flusso continuo di azoto, in modo tale da tenere lontani i contaminanti terrestri e lasciare così il campione puro. Successivamente, questo sarà trasportato al Johnson Space Center della Nasa a Houston, dove gli scienziati apriranno il contenitore, estrarranno e peseranno il campione, creando nel tempo un inventario delle rocce e della polvere di Bennu per le analisi scientifiche.
“Congratulazioni al team Osiris-Rex per una missione perfetta – il primo ritorno di un campione di asteroide americano nella storia – che approfondirà la nostra comprensione dell’origine del nostro Sistema solare e della sua formazione”, ha commentato l’amministratore della Nasa Bill Nelson. “Per non parlare del fatto che l’asteroide Bennu è potenzialmente pericoloso e ciò che impariamo dal campione ci aiuterà a comprendere meglio i tipi di asteroidi che potrebbero minacciarci”.
We can confirm that the #OSIRISREx sample return capsule is not breached! pic.twitter.com/y4G48K1KOt
— NASA Solar System (@NASASolarSystem) September 24, 2023
Il prossimo viaggio
Dopo averci lasciato il prezioso bottino, Osiris-Rex ha riacceso i suoi motori per una nuova missione, la Osiris-Apex. Questa volta lo scopo è quello di raggiungere Apophis, un asteroide diventato famoso dopo la sua scoperta nel 2004 per la possibilità che potesse colpire la Terra (anche se i dati successivi hanno poi azzerato questa possibilità). Apophis, comunque, è il tipo più comune di asteroide che potrebbe minacciare la Terra, ed è proprio per questo che gli esperti sono in attesa di dati più accurati per riuscire a capire la quantità di danni che potrebbe avere sul nostro pianeta un futuro impatto di un asteroide.
Via: Wired.it
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