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Benvenuti nella nuova Era

di
Letizia Gabaglio

Punto di aggregazione e rilancio dell’economia. É questo nelle intenzioni del Commissario alla ricerca Philippe Busquin, lo spazio europeo della ricerca (Era dall’inglese European research area). Il volano che aiuterà il Vecchio Continente a uscire dall’attuale fase di crisi economica. E che contribuirà a rendere il modello europeo di ricerca e innovazione davvero competitivo, alla pari con Stati Uniti e Giappone. Il primo strumento per realizzare la nuova Era é stato presentato in grande stile a Bruxelles in una tre giorni densa di appuntamenti dall’11 al 13 novembre scorsi. Piu’ di 8000 partecipanti, decine di forum, sessioni plenarie e stand di presentazione dei progetti già finanziati negli scorsi anni hanno animato le giornate e offerto un assaggio dello spazio europeo di ricerca.Il Consiglio Europeo aveva lanciato la sua sfida nella riunione di Barcellona lo scorso maggio dove era stato fissato l’obiettivo del 3 per cento del prodotto interno lordo da dedicare alla ricerca. Un impegno prima di tutto per i governi nazionali. Sei mesi dopo la Commissione fa la sua parte e lancia i nuovi finanziamenti alla ricerca: 17,5 milioni di euro distribuiti attraverso il sesto programma quadro (6° FP) secondo sette linee principali. A beneficiare degli aiuti europei saranno infatti progetti di ricerca che riguarderanno scienze della vita, genomica e le biotecnolgie per la salute; tecnologie per l’information society; nanotecnologie e nanoscienze; aeronautica e spazio; qualità e sicurezza del cibo; sviluppo sostenibile; cittadinanza e governo nella società dell’informazione.Oltre ai campi specifici di azione in cui la ricerca si dovrà concentrere la Commissione intende strutturare lo spazio europeo della ricerca attraverso attività di innovazione tecnologica e ricerca di frontiera, o il trasferimento della conoscenza, per esempio favorendo l’interazione dei centri di ricerca con le piccole e medie imprese. E ancora incentivando la mobilità delle risorse in modo da garantire lo scambio di esperienze e di diffondere i modelli migliori di ricerca, e ampliando la partecipazione della società civile al processo di realizzazione e fruizione della scienza sensibilizzando al dialogo e al confronto i cittadini, gli scienziati i politici. La Commissione intende incentivare misure che rafforzino la dimensione europea della ricerca scientifica finanziando sia reti di eccellenza che i cosiddetti progetti integrati. Un esempio del primo tipo di realtà scientifiche era già presente a Bruxelles: l’EIROforum (European Intergovernmental Research Organisation), un network che vede riuniti il Cern di Ginevra (European centre for nuclear research), l’Efda-Jet (European fusion development agreement), l’Embl (European molecular biology laboratory), l’Esa (European spatial agency), l’Eso (European southern observatory), l’Esrf (European synchrotron radiation facility), e l’Ill (Insitut Laue-Langevin).Nel secondo caso si tratta di progetti che devono avere una ricaduta in termini di miglioramento di processi o servizi. Accanto a questi rimangono comunque invariati gli altri strumenti per sottoporre progetti. In ogni caso i bandi di concorso usciranno il 17 dicembre prossimo quindi c’è tutto il tempo per studiare le novità di questo nuovo programma di finanziamento. E per cercare partner. Tutti i progetti prevedono la partecipazione di almeno tre soggetti provenienti da nazioni diverse, di cui una, non quella proponente, puo’ appartenere ai Paesi candidati all’Unione europea.

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