Perché i bonobo preferiscono chi intralcia a chi aiuta

bonobo
(Credit: Fanny Schertzer via Wikimedia)
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(Credit: Fanny Schertzer via Wikimedia)

La loro fama di scimmie sensibili, amichevoli e cooperative potrebbe non corrispondere del tutto al vero. I bonobo, tra i primati più simili a noi, sembrano infatti preferire gli individui che mostrano un comportamento prevaricatore rispetto a chi, al contrario, tende ad aiutare i propri simili. Una novità che cozza con l’immaginario comune legato a queste evolutissime scimmie. Eppure è questo l’atteggiamento  osservato in una serie di esperimenti condotti su alcuni bonobo adulti del santuario di Lola Ya, nella Repubblica Democratica del Congo. La preferenza per chi ostacola il prossimo potrebbe essere legata all’opportunità di selezionare in questo modo individui più aggressivi, potenziali alleati della propria specie, spiegano gli scienziati a capo della ricerca. Ma quanto osservato suggerisce anche qualcosa sulla natura del comportamento della nostra specie. Lo studio è stato pubblicato su Current Biology.

Per indovinare le attitudini dei bonobo i ricercatori hanno condotto diversi esperimenti. Nel primo i ricercatori hanno mostrato a una ventina di bonobo dei video in cui due figure bidimensionali – con forme geometriche diverse – interagivano in modi diversi. Una delle forme (una sorta di personaggio animato) rappresentate si trovava nella situazione di risalire il pendio di una collina e altre intervenivano nella scena aiutando o ostacolando l’azione. Dopo la visione, per capire quale delle figure (e quindi dei ruoli) fosse preferita dai bonobo, gli animali potevano scegliere diversi pezzetti di carta (che riproducevano i personaggi visti nei video) posizionati su dei pezzettini di mela (la ricompensa in cibo, identica per qualsiasi fosse la scelta delle scimmie). Gli scienziati hanno così osservato che, soprattutto negli esemplari adulti, la tendenza era netta: i bonobo non solo hanno mostrato di saper bene distinguere tra il ruolo di helper e hinderer (rispettivamente aiutanti o chi ostacolava l’azione), ma quasi tutti hanno scelto, lasciando intendere di preferire, la figura che nei video aveva esibito un comportamento marcatamente antisociale. La prima prova di una sorta di predilezione per le figure prevaricatrici su quelle altruiste.

I ricercatori si sono spinti poi anche oltre, allestendo davanti ai bonobo una scena che coinvolgeva tre persone, in cui la prima faceva cadere un giocattolo a distanza di qualche metro, una seconda lo raccoglieva e glielo porgeva per renderglielo, e una terza interveniva aggressivamente afferrandolo e impedendo che tornasse nelle mani del proprietario. Successivamente, il secondo e il terzo attore offrivano pezzi di mela uguali al bonobo, per verificare quale dei due sarebbe stato approcciato (scelto) per primo. Ancora una volta, i primati hanno mostrato di preferire il soggetto irruente e dominatore.

“Spesso i bonobo vengono considerati come i primati più cooperativi, più ‘hippie’ – afferma Krupenye – Tuttavia, i nostri esperimenti dimostrano che la questione è molto più sfumata. Certamente si tratta di scimmie molto tolleranti e socievoli, come emerge per esempio nella loro gestione delle risorse alimentari all’interno della comunità. Eppure, nelle loro vite le logiche del dominio hanno un peso fondamentale”. In sostanza, dicono i ricercatori, con tutta probabilità i bonobo tendono a scegliere chi ostacola rispetto a chi aiuta perché percepiscono i primi come più dominanti. Dopotutto, i risultati degli studi condotti in Congo riflettono un atteggiamento ben evidente in natura, in cui gli esemplari si mostrano più cortesi e ossequiosi – talvolta persino supplichevoli ‒ nei confronti dei simili che ricoprono una più alta posizione nella scala sociale.

Al di là delle somiglianze che legano il bonobo all’essere umano, gli studi di Krupenye evidenziano una sostanziale diversità. La sua ricerca è stata ispirata da studi precedenti che hanno dimostrato come, già nei primi mesi di vita, i bambini osservano le interazioni interpersonali sviluppando una netta preferenza per chi aiuta gli altri. L’essere umano, insomma, dimostra fin da subito una propensione per i comportamenti pro-sociali, al contrario di quanto osservato nei bonobo adulti. Un dato questo, che letto da un punto di vista evolutivo, suggerisce come la predilezione per il comportamento pro-sociale si sia probabilmente sviluppata nei primati soltanto con gli esseri umani, e che potrebbe essere stata determinante nell’evoluzione della collaborazione che come specie di caratterizza. “Nonostante i primati non umani abbiano l’architettura cognitiva necessaria per riconoscere le interazioni tra più di due individui e considerare gli altri come strumenti sociali, le evidenze ci dicono che le loro scelte non si basano sull’approvazione di una condotta pro-sociale, ma sulla selezione dell’alleato più forte” conclude Krupenye.

Riferimenti: Current Biology

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