Sui blog di matematici come Peter Woit della Columbia University, o di fisici come Slashdot girano i commenti a quella che sembra essere stata un’accidentale fuga di notizie. Qualcuno che lavora all’esperimento Atlas dell’Lhc, l’acceleratore più grande del mondo, si è lasciato “scappare” un documento interno con una nota. Si parla del bosone di Higgs, l’unica particella prevista dal Modello Standard della fisica teorica non ancora osservata. Così partono i rumors e la notizia che al Cern possa essere stata trovata l’agognata particella fa il giro del mondo e solleva un polverone mediatico.
In realtà, in questa storia, “polverone” è l’unica parola sensata (almeno per ora). “I risultati di cui si parla non sono stati ancora approvati dalla collaborazione Atlas”, spiega a Galileo un esperto di fisica delle particelle. Il motivo è che i dati non sono stati ancora studiati e compresi. Di prassi infatti, tra quando si raccolgono i dati a quando si traggono le conclusioni e viene annunciato un risultato, bisogna passare per la fase di comprensione e validazione. “L’informazione circolata parla di alcune collisioni che hanno una caratteristica interessante: l’essere avvenute a 115 GeV”, continua il ricercatore. Il motivo per cui è interessante è che tempo fa l’acceleratore di particelle Lep (Large Electron Positron), ora rimpiazzato da Lhc, aveva notato delle deboli collisioni proprio intorno a 115 GeV. Ma i tempi stringevano e non si poteva rimandare il progetto del nuovo acceleratore.
Ora, questa coincidenza fa ben sperare. In cosa esattamente? “Il discorso è simile a quello fatto per i dati emersi poche settimane fa da Collider Detector (vedi Galileo): “Per il momento da questi dati potrebbe uscire di tutto, anche niente”. Non si conosce neanche la probabilità che si tratti di un rumore di fondo. Per questo non è possibile prendere alcuna posizione. “In ogni caso, altre caratteristiche non sembrano essere quelle attese per il bosone di Higgs”, conclude il ricercatore.