Non solo bite: contro il bruxismo scende in campo una app. Perché il primo passo per liberarsi della pericolosa abitudine di digrignare i denti inconsapevolmente, anche durante il sonno, e mai come in questi tempi di pandemia – è quello di prendere coscienza del problema. E Bruxapp aiuta chi soffre di questo disturbo da stress a comprendere la propria condizione. L’applicazione per smartphone è stata creata da Goran Djukic, analista programmatore del Cnr di Pisa, sotto la direzione scientifica di Daniele Manfredini, fisiologo dell’Università di Siena. Tradotta in venticinque lingue, Bruxapp è disponibile in download sia per Android (escluso Android 10, per adesso) sia per iOs.
Troppo tempo a denti stretti
In condizioni normali, e certamente non di stress, le due arcate dentarie non si toccano: tra loro resta qualche millimetro di spazio quando i muscoli masticatori sono in posizione rilassata. I denti entrano in contatto solo quando si mastica o si inghiotte qualcosa, per un tempo complessivo di circa venti minuti al giorno. Ma il digrignamento dei denti tipico del bruxismo può portare fino a sette ore di sfregamento, con un’usura equivalente a circa due mesi di masticazione. Ma a lungo andare, oltre a danneggiare gravemente i denti, questo comportamento inconsapevole può causare seri problemi alla postura e alle articolazioni della mandibola
Bruxismo da pandemia
“Diversi sono i rimedi prescritti dal dentista per i casi più gravi, in collaborazione con il neurologo o lo psichiatra”, racconta il ricercatore del Cnr-Ifc. Causa principale del bruxismo sono infatti ansia e stress: non a caso durante la pandemia negli Usa la richiesta di questi apparecchi ortodontici è cresciuta del 30% mentre i casi sono aumentati del 36%. E secondo la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SidP), l’aumento del bruxismo dovuto a disagio psicologico e stress da lavoro a distanza, consumando i denti, potrebbe rendere critici i casi più gravi di parodontite.
Come funziona Bruxapp
Contro il bruxismo, comunemente, viene consigliato il bite, un paradenti che evita lo sfregamento, da applicare tra le due arcate, nottetempo, per alcuni mesi, fino alla risoluzione del problema. Ma il primo passo per smettere di serrare e sfregare i denti è la presa di coscienza da parte del paziente di esser un “digrignatore”, spesso del tutto assente. Ed è qui che può essere di aiuto Bruxapp: “La app invia un alert sonoro in virtù del quale il paziente può interrompere le attività quotidiane e concentrare l’attenzione sullo stato della sua bocca ovvero se le due arcate sono separate, in contatto o in digrignamento, e se prova dolore ai muscoli della mandibola”, spiega Goran Djukic.
“Lo strumento digitale ha l’obiettivo di aiutare una presa di coscienza del proprio stato e, di conseguenza, di valutare l’opportunità di sottoporsi a una visita dal dentista, l’unico che può effettuare la diagnosi finale”.
Riferimenti: Cnr
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