Il cervello umano ha bisogno di un costante rifornimento di ossigeno, per questo non può sopravvivere che pochi minuti sott’acqua. Al contrario alcuni mammiferi marini, come le foche dell’Antartico, possono trattenere il respiro anche per 90 minuti. Secondo uno studio condotto dall’Università della California e pubblicato su Proceedings of The Royal Society, questa e altre specie come delfini, balene e lontre di mare, sembrano essere protette dalla mancanza prolungata di ossigeno (ipossia) grazie a elevati livelli di speciali proteine. Il gruppo di ricerca, guidato da Terrie Williams, ha focalizzato l’attenzione su due globine, la neuroglobina e la citoglobina, proteine che risiedono nel tessuto cerebrale (a differenza della più nota emoglobina, che trasporta l’ossigeno attraverso la circolazione sanguigna).
Le citoglobine sembrano svolgere un ruolo chiave nel trasportare ossigeno dal sangue al cervello, persino quando i livelli del gas vitale sono estremamente bassi. Le neuroglobine invece sono particolarmente efficaci nell’attirare l’ossigeno e nel prevenire la formazione di radicali liberi. Insieme dunque queste due proteine potrebbero mantenere intatte le funzioni del cervello e proteggere dai danni durante l’ipossia. Il gruppo di ricerca ha ottenuto questi risultati misurando e comparando le quantità di tali particolari globine nella corteccia cerebrale di 41 animali terrestri e 23 mammiferi marini per un totale di 16 specie diverse.
Non è ancora chiaro se le alte concentrazioni di citoglobine e neuroglobine siano acquisite dalla nascita o stimolate dall’ambiente o dal comportamento: in entrambi i casi comunque il loro accumulo sembra essere inducibile. Ciò ha delle importanti implicazioni per l’uomo: se infatti la produzione di tali globine potesse essere indotta nell’essere umano, potrebbe aiutare a limitare i danni causati al cervello da patologie legate all’invecchiamento o da ictus. (m.r.)