La memoria ha tante facce. Quella episodica è l’abilità di ricordare eventi passati, anche quelli che non avevano particolare rilevanza quando avvenuti. Negli esseri umani compone, assieme alla memoria semantica, uno dei due tipi fondamentali di memoria, quella esplicita (ovvero l’atto di riportare consciamente alla mente specifici ricordi). Secondo uno studio pubblicato su Current Biology, anche i cani avrebbero questo tipo di memoria, e in particolare sarebbero in grado di ricordare le azioni compiute dai padroni anche quando non si aspettano di essere ricompensati.
“I risultati della ricerca possono essere considerati un ulteriore passo avanti nell’abolizione delle barriere, erette artificialmente, tra animali non-umani ed esseri umani,” ha commentato Claudia Fugazza, una degli autori principali dello studio, “I cani sono tra le poche specie considerate ‘intelligenti‘, e tuttavia ancora ci stupiamo quando uno studio mostra che condividono alcune abilità mentali con i propri padroni”.
Durante la ricerca, gli scienziati hanno utilizzato un test chiamato “Do as I Do” (fai quello che faccio io). I cani a cui era stato insegnato il gioco erano in grado di guardare una persona compiere un’azione e poi di ripetere, una volta ricevuto il comando, la stessa azione (ad esempio saltare sul posto). Questo però non bastava a dimostrare che i cani avessero una memoria episodica. Lo scopo infatti era mostrare che sono in grado di ricordare l’azione compiuta dal padrone anche quando non pensano che sarà loro chiesto di ripeterla. Per questo, il team ha sviluppato un’altra fase del gioco, dopo quella del “Do as I Do“: in questa fase ai cani veniva insegnato a rimanere sdraiati dopo aver osservato il padrone compiere una qualsiasi azione. Dopo un certo periodo di tempo, che poteva variare da un minuto ad un’ora, gli scienziati davano ai cani il comando di ripetere l’azione eseguita, tornando a chiedere “fallo anche tu”. I ricercatori hanno così osservato che gli animali erano sempre in grado di ricordare e ripetere l’azione compiuta dal padrone, anche se non si aspettavano di essere messi alla prova (perché facevano altro fino a poco prima, come appunto rimanere sdraiati). L’abilità di ricordare diminuiva tuttavia con il passare del tempo.
“Dal punto di vista dell’evoluzione, questo mostra che la memoria episodica non è unica e non si è sviluppata solamente nei primati, ma che si tratta di un’abilità diffusa nel mondo animale,” ha spiegato Fugazza, aggiungendo che i cani sono un ottimo modello per studiare la complessità di questo fenomeno in quanto essi sono abituati a vivere in gruppi sociali che comprendono gli esseri umani.
Riferimenti: Current Biology