Percepiscono anche quel che diciamo, ma è il fiuto il loro senso infallibile. Anche per se stessi pare, anche cose che diremmo senza odore. Arrivano dalla Queen’s University di Belfast in Irlanda del Nord infatti chiari risultati che i cani sono in grado di percepire tramite l’olfatto quando siamo stressati. Perché magari non ne abbiamo coscienza, ma lo stress cambia anche il nostro odore e i cani possono sentirlo. I dettagli sono stati pubblicati su Plos One.
Come ci cambia lo stress
Lo stress psicologico induce cambiamenti fisiologici che si manifestano in pochi secondi ed influenzano il sistema cardiovascolare. Altre persone potrebbero facilmente accorgersene, ma possono sentirlo anche gli animali, magari quelli con cui interagiamo più frequentemente, e come? Studi precedenti condotti su cavalli e capre, per esempio, si sono concentrati sulla percezione degli stati psicologici umani attraverso segnali visivi, dimostrando che sì, gli animali “ci capiscono” o quanto meno percepiscono facce con diversi sentimenti.
Lo studio inglese ha esteso le ricerche ai segnali olfattivi, segnali chimici che si sono evoluti per la comunicazione intra e interspecifica, e a come questi possano essere percepiti dai cani visto il loro proverbiale senso dell’olfatto, tramite cui sono in grado di percepire potenziali predatori, localizzare il cibo ed identificare conspecifici.
I cani sentono anche lo stress
La ricerca ha coinvolto quattro cani e trentasei persone. Per ogni partecipante i ricercatori hanno raccolto campioni di sudore e respiro prima e dopo aver svolto un difficile problema di matematica e hanno anche registrato i livelli di stress riferiti dai volontari. Piccola nota sui campioni prelevati: sono stati usati solo quelli in cui si percepiva qualche cambiamento misurabile come l’aumento della pressione o della frequenza cardiaca. I cani sono quindi stati addestrati a riconoscere gli odori. Per farlo dovevano imparare a discriminare l’odore raccolto dopo il problema di matematica, distinguendolo da campioni privi di sudore e respiro (dei controlli di fatto). Nella seconda fase, il test vero e proprio, il campione dello stress era presentato con un controllo e l’odore dello stesso partecipante ma raccolto prima dell’esecuzione del problema di matematica. Come spiegano gli autori la capacità di percepire lo stress da parte dei cani era data per buona se avessero mostrato di riconoscere il campione stressato in questa fase. E così è stato. Tutti i cani sono stati in grado di rilevare il campione stressato e di avvisare i ricercatori, con prestazioni che variavano dal 90 al 96%.
Come usare la capacità di “sentire lo stress” dei cani
Questi risultati dicono più cose. Da una parte dimostrano che esiste una componente di odore associato allo stress acuto negli esseri umani che può essere rilevato dai cani in assenza di segnali visivi o vocali, come ha spiegato Clara Wilson, a capo del lavoro, ma non solo: “Questi dati forniscono nuove informazioni per comprendere le relazioni uomo-cane, e aggiungono informazioni su come i cani interpretano il loro ambiente circostante”.
Sono necessari ulteriori studi per stabilire quale odore esattamente i cani rilevino, il periodo in cui è percepibile e le potenziali interazioni con le risposte allo stress cronico a lungo termine. E magari immaginare anche risvolti applicativi della scoperta: è possibile infatti che una componente dell’odore possa essere utile come ausilio nell’addestramento per cani guida che supportano esseri umani con condizioni di stress, attacchi di panico e disturbi post traumatici da stress.
Riferimenti: Plos One