Carta d’identità per le balene

Identificare una balena esaminando il suo Dna: lo hanno fatto due ricercatori del Centro per la conservazione e la genetica evoluzionistica dell’Università di Harvard. Scoprendo che il campione analizzato apparteneva ad un esemplare protetto. Frank Cipriano e Stephen Palumbi, nel 1993 avevano comprato della carne di balena in Giappone. Studiandone il patrimonio genetico sono risaliti alla balena a pinne blu numero 26, precedentemente identificata e catalogata come specie protetta, uccisa nei mari dell’Islanda nel 1989. La cattura dell’esemplare era avvenuta ufficialmente per motivi scientifici, quindi in maniera legale. Ma la sua presenza sui banchi di un mercato giapponese ha rivelato che, nonostante la moratoria internazionale, questo tipo di commercio illegale è ancora molto radicato, soprattutto nei paesi orientali. “L’uso di questo tipo di strumenti genetici”, hanno dichiarato i ricercatori in una lettera a Nature, “permette di individuare ogni singola balena e di distinguere gli esemplari protetti, che dovrebbero essere usati solo per la ricerca, da quelli destinati al commercio”. (l.g.)

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