“M” sta per morti, “F” per feriti. Così la legenda del dossier 2009-2010 diffuso ieri dall’Associazione vittime della caccia (Avc) al Senato classifica gli incidenti avvenuti durante i cinque mesi di stagione venatoria (01 settembre- 31 gennaio). Ebbene scorrendolo tutto arriviamo a contare 87 “F” e 30 “M” . In sostanza un incidente al giorno.
I primi a rischiare ovviamente sono proprio i cacciatori, ma le doppiette dovrebbero essere temute da tutti. Perché si può essere colpiti in ogni luogo: affacciandosi al balcone di casa, camminando per strada, passeggiando nei parchi, andando a raccogliere funghi. Può capitare, come è accaduto a una donna di Ravenna, di venire sfigurati al volto dai colpi del fucile del marito cacciatore intento a scacciare gli uccelli dal proprio orto. Per Daniela Casprini, presidente dell’Associazione, tutto ciò accade per imperizia nel maneggiare le armi e per mancanza di rispetto delle regole, prima tra tutte il limite di distanza dalle abitazioni.
Andiamo nel dettaglio: in ambito venatorio ci sono stati 54 feriti e 22 morti tra i cacciatori, 18 feriti e 1 morto tra la gente comune; mentre in luoghi estranei alla caccia (ma sempre ad opera di armi da caccia), si sono contati 15 feriti e 7 morti. A ottobre e novembre, secondo il dossier, il maggior numero di vittime: rispettivamente 25 feriti e 6 morti, e 17 feriti e 4 morti. L’Emilia-Romagna ha il primato negativo di quest’anno con 9 morti e 4 feriti.
Quello delle vittime della caccia è un bilancio al quale siamo tristemente abituati (i bilanci delle passate stagioni venatorie non sono molte diversi) e che non sconvolge più di tanto l’opinione pubblica. Eppure Daniela Casprini, puntualmente ci informa che non esiste altra attività umana (guerre a parte) che provoca un così alto numero di vittime. Niente a che vedere con gli incidenti stradali o con gli infortuni sul lavoro. E le cose potrebbero peggiorare, temono in molti, se il calendario venatorio dovesse essere modificato come proposto dall’articolo 38 appena approvato al Senato (vedi Galileo). (g.d.o.)