Le autorità dell’Ucraina hanno dichiarato che il sito di Zaporižžja, la centrale nucleare più grande d’Europa e che rifornisce quasi metà dell’energia nucleare del Paese, è stato attaccato durante la notte tra giovedì 3 e venerdì 4 marzo dalle forze militari russe, che ne avrebbero preso il controllo. I bombardamenti e i colpi di armi da fuoco hanno scatenato un incendio nei pressi dell’impianto, in un edificio secondario della centrale, che è stato domato nelle prime ore del mattino. L’autorità di regolamentazione nucleare ucraina ha affermato che l’incendio non ha colpito le apparecchiature essenziali e che non sono stati segnalati cambiamenti nei livelli di radiazioni. Queste informazioni sono state confermate dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea).
Cosa sappiamo finora
In precedenza le forze di occupazione russa hanno preso il controllo dell’ex centrale nucleare di Chernobyl e già dal 27 febbraio il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kulebam, aveva dichiarato che le truppe russe si stavano dirigendo verso Enerhodar, la città più vicina al sito nucleare, che si trova nel sud-est dell’Ucraina, a circa 550 km da Kyiv.
Come si legge in una nota rilasciata dall’Aiea, giovedì 3 marzo l’Ucraina ha riportato che un gran numero di carri armati e fanteria russi avevano “sfondato il posto di blocco” di Enerhodar, dando luogo a un lungo combattimento con le truppe ucraine poste a difesa del sito di Zaporižžja. Nella tarda serata, riporta Associated Press, nei pressi della centrale si sono sentiti colpi di arma da fuoco e lanci di razzi.
Infine, riporta Reuters, l’autorità regionale ucraina ha confermato in un post su Facebook che le forze russe hanno preso controllo dell’impianto e ha dichiarato che il personale della centrale sta monitorando le condizioni delle unità di potenza per assicurarsi che possano operare in sicurezza. La centrale di Zaporižžja è composta da sei reattori, di cui, al momento dei bombardamenti, solamente uno era in funzione, al 60% dell’efficienza.
I bombardamenti e l’incendio
Dmytro Orlov, sindaco di Energodar, ha affermato che gli aspri combattimenti e il “continuo bombardamento nemico” hanno causato vittime nell’intera area, senza fornire ulteriori dettagli. Inoltre, tutto ciò ha provocato un incendio all’interno dell’impianto. Inizialmente si pensava che si trattasse di uno dei sei reattori, mentre le autorità ucraine in seguito hanno affermato l’edificio colpito fa parte dell’impianto ma è un manufatto secondario, identificato come un centro di formazione.
Come riporta Ansa, i pompieri non sono riusciti ad accedere alla centrale perché “sotto tiro” da parte delle forze russe. Alla fine, nella mattina di venerdì 4 marzp, l’incendio è stato spento. Come riporta Associated Press, Orlov lo ha annunciato venerdì mattina sul suo canale Telegram. Inoltre l’amministrazione militare regionale di Zaporižžja ha affermato che le misurazioni effettuate alle 7 di venerdì hanno mostrato che i livelli di radiazioni nella regione interessata rimangono invariati e non mettono in pericolo la salute della popolazione.
In una nota su Facebook, inoltre, l’autorità ucraina ha riportato che nel sito è presente un impianto di stoccaggio per il combustibile nucleare esaurito e ha sottolineato l’importanza di mantenere la capacità di raffreddare il combustibile nucleare.
Ucraina, dopo Chernobyl un’altra centrale nucleare minacciata dalla Russia
Cosa dice l’Iaea
Le informazioni sullo stato di Zaporižžja sono state confermate anche dall’Iaea, che continua a monitorare la situazione: come si legge in una nota, l’agenzia ha confermato che l’incendio non ha colpito le apparecchiature essenziali e che non è stato segnalato alcun cambiamento nei livelli di radiazioni. Il direttore generale Rafael Mariano Grossi ha tenuto una conferenza stampa, in cui ha riportato le notizie confermate dalle autorità ucraine, russe e direttamente dal sito nucleare.
“Durante la notte un missile ha colpito un edificio all’interno dell’impianto di Zaporižžja, che non fa parte del reattore ma è una costruzione adiacente. Questo ha scatenato un incendio che è stato spento dai vigili del fuoco locali: in base alle nostre informazioni, sono state ferite due persone. Tutto il sistema di sicurezza dei reattori non è stato interessato affatto e non c’è stato alcun rilievo relativo alla fuoriuscita di materiale radioattivo: le misurazioni funzionano e indicano che non vi sono cambiamenti nei livelli di radiazioni. Continuiamo a essere in contatto con l’operatore e seguiamo l’operazione da vicino: la situazione è estremamente tesa e difficile a causa delle circostanze”, ha detto Grossi.
Inoltre il direttore generale ha accennato a quali saranno i prossimi passi dell’Iaea, rendendosi disponibile a recarsi a Chernobyl – un’iniziativa che, sottolinea, non ha niente a che fare con la politica – per cercare un compromesso che non infranga i principi generali alla base del non compromissione degli impianti nucleari. Grossi ne elenca sei: preservare l’integrità fisica degli impianti; preservare i sistemi di sicurezza e protezione; consentire al personale di lavorare in sicurezza; garantire l’elettricità e l’approvvigionamento delle risorse; monitorare i livelli di radiazioni e – fondamentale – comunicare.
“Ogni paese è d’accordo con questi principi; eppure, il primo è stato compromesso”, ha concluso Grossi.
Via: Wired.it
Credits immagine: Jakob Madsen on Unsplash