Accendersi di passione potrebbe non essere solo un modo di dire per le donne. Secondo un recente studio dei ricercatori della Rutgers University di Newark (New Jersey), infatti, durante l‘orgasmo femminile l’attività di molte regioni del cervello, come quelle deputate al movimento e alle emozioni, aumenta mentre diminuisce la percezione del dolore.
Lo studio
Come spiega Nan Wise, responsabile del progetto, non è facile studiare il cervello durante un orgasmo. Essere dentro una macchina per risonanza magnetica funzionale (fMRI) non è di certo la situazione più sexy al mondo: “È rumoroso, claustrofobico e freddo”. E c’è il poco trascurabile dettaglio di dover tenere la testa praticamente immobile perché anche piccoli spostamenti potrebbero compromettere la rilevazione dei dati e rendere le scansioni inservibili.
Tuttavia, il team di Wise è risuscito a reclutare 10 donne eterosessuali disposte a provare in nome della scienza: a loro è stato chiesto prima di masturbarsi, poi di provare a raggiungere l’orgasmo attraverso la stimolazione dal partner.
Grazie allo speciale stabilizzatore della testa messo a punto dal team di ricerca, sono state raccolte immagini dell’attività cerebrale delle donne a intervalli di 20 secondi prima, durante e dopo l’orgasmo.
Percezione del dolore
Le prime prove del fatto che le donne provassero meno dolore durante la stimolazione e in particolare durante l’orgasmo risalgono al 1985: applicando compressioni via via crescenti su un dito, i ricercatori avevano constatato che durante l’amplesso la resistenza al dolore nelle donne aumentava del 75% rispetto allo stato di riposo e la forza impressa alle dita nel momento della percezione dello stimolo doloroso era quasi raddoppiata.
Lo studio di Wise ha confermato questi dati, rivelando però ulteriori interessanti dettagli: durante l’orgasmo l’area cerebrale del nucleo dorsale del rafe è più attiva. Questa regione del cervello è proposta al controllo del rilascio della serotonina, un neurotrasmettitore che ha funzioni analgesiche. Inoltre le scansioni alla fMRI hanno messo in evidenza un picco di attività del nucleo cuneiforme, che si pensa sia coinvolto nei meccanismi di controllo del dolore tramite il pensiero. Queste osservazioni potrebbero costituire una spiegazione, almeno parziale, del fenomeno.
Per comprendere appieno le motivazioni occorreranno ancora molti studi (non si sa, per esempio, se per gli uomini avvenga la stessa cosa). E anche sulle ragioni evolutive di questo meccanismo per ora ci sono solo ipotesi. Una delle più accreditate prevede che la percezione del dolore durante l’orgasmo diminuisca perché condivide vie nervose con la stimolazione vaginale durante il parto: sentire meno dolore durante l’espulsione del bambino, infatti, potrebbe aiutare la madre nelle fasi finali e promuovere il legame con il figlio.
Cervello on
Il team della Rutgers contraddice invece le ricerche precedenti che sostenevano che, a parte le regioni sensoriali, il cervello femminile si spegnesse durante l’orgasmo. Le scansioni cerebrali con fMRI mostrano tutto il contrario: l’attività del cervello nelle regioni responsabili del movimento, dei sensi, della memoria e delle emozioni aumenta gradualmente durante la stimolazione fino all’orgasmo, quando l’attività raggiunge il picco per poi abbassarsi nuovamente.
Wise e i suoi colleghi riconducono questi risultati alla differenza nell’approccio utilizzato: gli studi precedenti si erano avvalsi di immagini acquisite tramite tomografia a emissione di positroni (pet), uno strumento che è in grado di fotografare il cervello in un determinato istante, mentre l’fMRI consente di raccogliere informazioni su un arco di tempo più lungo. Quindi, secondo gli scienziati, non è vero che le donne hanno bisogno di spegnere il cervello per provare piacere.
Comprendere meglio il cervello umano
Studiare l’attività del cervello durante l’orgasmo non è semplice curiosità, ovviamente. Queste ricerche possono fornire importanti informazioni sul funzionamento del cervello e potranno aiutare a risolvere disturbi sessuali come l’anedonia, cioè l’incapacità di provare piacere.
Via: Wired.it