Che genere di cooperazione?

“Fino a quando i diritti delle donne non saranno riconosciuti, anche i programmi di cooperazione e di sviluppo saranno inefficaci e non ci saranno passi avanti significativi nella lotta alla povertà”. È quanto mette in luce il rapporto sul tema dei diritti delle donne “Che genere di cooperazione?” presentato il 6 marzo presso l’Università “Sapienza” di Roma. A raccogliere i dati è stata l’associazione internazionale Actionaid in collaborazione con il Centro interuniversitario di ricerca per lo sviluppo sostenibile (Cirps-sped) dell’ateneo capitolino.

Il documento evidenzia come la discriminazione sia una delle principali cause della povertà: il 70 per cento della popolazione mondiale che vive con meno di un dollaro al giorno è costituita da donne, che rappresentano anche i due terzi degli analfabeti al mondo. Non solo, tra i 35 milioni di profughi, ben l’80 per cento è di sesso femminile e 130 milioni hanno subito mutilazioni genitali. Anche in politica la donna continua a occupare posizioni marginali: di 192 paesi del mondo, la maggioranza dei capi di Stato sono uomini (solo 13 sono donne). Infine, a gennaio 2007 le donne rappresentavano appena il 17 per cento del totale dei deputati a livello globale. In una visione generale, denunciano Actionaid e Cirps-sped, questa condizione è tra le principali cause delle difficoltà incontrate dalla cooperazione internazionale nella lotta alla povertà. (s.m.)

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