Nel nostro sangue, insieme a globuli rossi e bianchi e alle componenti del plasma, circolano micro-Rna provenienti dal cibo che ingeriamo. Frammenti di codice genetico che sopravvivono alla digestione e modificano l’espressione dei nostri geni. Lo suggerisce uno studio su Nature Cell Research condotto su 31 volontari umani, più alcune mucche e topi presso l’Università di Nanchino, in Cina. E’ la prima volta che il fenomeno viene descritto nei mammiferi.
I micro-Rna sono piccole molecole di una ventina di nucleotidi appena, stipate nei nuclei cellulari: sono noti per regolare l’espressione dei geni e possono spostarsi da una cellula all’altra.
La scoperta che nei mammiferi si trovano micro-Rna estranei è avvenuta per caso. Chen-Yu Zhang, primo autore della ricerca, voleva classificare i micro-Rna del latte materno, ma vi ha trovato un’elevata concentrazione di micro-Rna di origine vegetale. Dato che la cottura non distrugge l’Rna delle piante, i ricercatori hanno supposto che provenissero dal cibo ingerito. Zhang e la sua équipe hanno allora cominciato a cercare anche nel sangue e in altri tessuti, trovando in tutto 40 micro-Rna di cui alcuni, molto abbondanti, provenienti da riso, cavolfiore e broccoli.
Il passo successivo è stato capire se queste molecole estranee avessero un effetto sull’organismo ospite, dal momento che le sequenze genetiche sono complementari a quelle di 50 geni dei mammiferi. I ricercatori hanno prima testato l’effetto in vitro di un micro-Rna del riso, il MIR168, su cellule del sangue e del fegato, osservando che alcuni geni venivano silenziati. In particolare, nel fegato veniva “spento” un gene legato alla sintesi di una proteina utile a eliminare il colesterolo Ldl (quello cosiddetto cattivo). Zhang è quindi passato a indagare gli effetti di questo micro-Rna in vivo, in tre gruppi di topi. Il primo ha ricevuto una dose elevata nel sangue di MIR168, il secondo ha seguito una dieta a base di riso e il terzo è stato tenuto come controllo. Alla fine della sperimentazione, nei primi due gruppi il livello di colesterolo Ldl risultava molto più alto che nell’ultimo. Come prova del nove, i ricercatori hanno inibito l’azione di MIR168 con un altro micro-Rna: i valori sono rientrati nella norma.
L’immaginazione corre subito alla possibilità di inserire nei cibi micro-Rna capaci di modificare selettivamente l’espressione di alcuni geni a scopo terapeutico. Ma c’è anche chi si chiede se anche i micro-RNA degli Ogm abbiano qualche effetto sui mammiferi.
Riferimento: doi: 10.1038/cr.2011.158