Città in bilico

Una classifica dei comuni che cercano di migliorare la situazione in aree a forte rischio idrogeologico per evitare catastrofi gravi come quelle che si sono verificate nei mesi scorsi in diverse regioni italiane. È stato questo l’obiettivo di Legambiente e Protezione Civile che hanno monitorato i comuni a rischio idrogeologico nell’ambito dei progetti “Ecosistema a rischio 2008” e “Operazione fiumi 2008”. Dai dati, presentati a Roma il 27 novembre scorso, risulta che il 77 per cento dei comuni sotto osservazione ha abitazioni minacciate da frane e alluvioni. E che quasi il 30 per cento ha addirittura interi quartieri in pericolo.

Il rischio di frane e alluvioni, che interessa quasi tutto il territorio nazionale, costituisce un problema di grande rilevanza sociale, sia per il numero di potenziali vittime, che per i danni alle abitazioni, alle industrie e alle infrastrutture. Sono il 70 per cento i comuni italiani a rischio idrogeologico, di cui 1.700 a rischio frana, 1.285 a rischio alluvione e 2.596 esposti a entrambi i pericoli.

Oltre che ai fenomeni meteorologici, le cause sono le classiche ben note: abusivismo, disboscamento dei versanti e urbanizzazione irrazionale. Per stimolare le amministrazioni locali, ad ogni comune è stato assegnato un voto (da 0 a 10) per valutare le azioni di prevenzione delle aree a rischio. La classifica vede al Nord e al Centro i comuni più virtuosi come Santa croce sull’Arno (PI) e Vallerano (VT), mentre i due comuni con il voto più basso si trovano nella provincia di Messina. Tra i capoluoghi di regione, invece, Roma, Perugia, Firenze e Torino raggiungono la sufficienza, mentre L’Aquila risulta fanalino di coda. (s.m.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here