Se vi trovaste in una foresta tropicale dell’America centrale, potrebbe capitarvi di vedere un colibrì avvicinarsi al vostro balcone e, rimanendo in volo, nutrirsi del nettare dei vostri fiori, per poi allontanarsi e tornare di nuovo. E, magari, se foste dei biologi, potreste aver la curiosità di capire come e perché questi piccoli uccelli riescano a ripetere il continuo via vai volando anche all’indietro. È quanto successo a Nir Sapir e Robert Dudley del Dipartimento di Biologia Integrata dell’Università della California di Berkeley, che studiando le dinamiche di volo di questi piccoli uccelli hanno scoperto che, per i colibrì, volare all’indietro – o in avanti – è meglio, da un punto di vista di dispendio energetico, che librarsi nella stessa posizione. Lo studio è stato pubblicato su Journal of Experimental Biology.
Il colibrì è l’unico uccello che vola all’indietro, grazie alla particolare struttura della spalla e dell’ala, e può farlo dirigendo il suo movimento con grande accuratezza. Per sostenere l’elevata frequenza del battito alare (dalle 8 alle 100 volte al secondo), questi uccelli hanno bisogno di una grande quantità di nettare giornaliera.
Per studiare i segreti del volo del colibrì, e il dispendio energetico correlato, i ricercatori californiani hanno attirato cinque colibrì d’Anna (Calypte anna) all’interno di un tunnel del vento presso l’Animal Flight Laboratory, grazie a una siringa piena di zucchero mascherata da fiore. All’inizio nel tunnel non c’era alcun vento, mentre successivamente un flusso d’aria con velocità di 3m/s ha costretto i colibrì a volare all’indietro e controvento per mantenersi nella stessa posizione. Infine, ruotando la posizione del fiore, il flusso d’aria costringeva i colibrì a volare in avanti per continuare a mangiare.
Riprendendo i movimenti dell’uccello in volo, Sapir ha misurato la frequenza del battito alare: 43.8 Hz nel volo all’indietro e di 39.7 Hz in quello in avanti. Gli scienziati hanno inoltre osservato che il volo all’indietro non è costante e che i colibrì assumono una posizione quasi verticale, e sono costretti a piegare molto la testa per infilare il lungo becco nel calice dei fiori. Questo, secondo i ricercatori farebbe pensare a un grande dispendio energetico e a una minore efficienza in termini di meccanica di volo. Esattamente il contrario di quanto osservato: il volo all’indietro non è più dispendioso dello spostamento in avanti e comporta un dispendio energetico minore rispetto al volo stazionario del 20%. Secondo i ricercatori il volo all’indietro, insieme alle caratteristiche anatomiche e fisiologiche dell’uccello, permetterebbe ai colibrì di mantenersi efficienti nettarivori aerei.
Riferimenti: Journal of Experimental Biology doi: 10.1242/jeb.073114
Credits immagine: Ingrid Taylar/Wikipedia