Lo conosciamo dal 2007 ma solo oggi il ciottolo rinvenuto sul Monte Alto, presso i Colli Albani è salito all’onore delle cronache. Lo ha fatto perché, come racconta Flavio Altamura, il ricercatore della Sapienza Università di Roma che firma la presentazione del sasso sulle pagine di Journal of Archaeological Science: Reports quel ciottolo potrebbe essere stato il più antico calendario lunare noto (monumenti più o meno coevi sono stati segnalati anche qualche anno fa, con la stessa funzione). Lo suggeriscono delle strane incisioni sulla sua superficie.
Un sasso come calendario lunare
Più che strane quelle incisioni sono curiose per la loro numerosità e distribuzione. Si trovano lungo tre lati adiacenti del ciottolo, sono disposte in maniera regolare o simmetrica e nel complesso sono 27 o 28 (su un lato non è chiaro se siano 9 o 10). Quei numeri, così vicini alle durata del mese lunare e siderale (che durano, rispettivamente 29 e 27 giorni, a indentificare il tempo necessario alla luna per riallinearsi con Terra e Sole o a compiere una rivoluzione intorno al nostro pianeta), forniscono un indizio che è impossibile ignorare. “Le indagini hanno rivelato – ha spiegato Flavio Altamura – che le tacche sono state tracciate nel corso del tempo utilizzando più strumenti litici affilati, come se fossero servite per contare, calcolare o per immagazzinare la memoria di un qualche tipo di informazione”. Calcolare cosa? Forse lo scorrere del tempo, come un calendario lunare.
Una storia complessa per il calendari lunare
Il ciottolo/calendario lunare però sembra raccontare ben altro. Le analisi compiute sul questo sasso, risalente si pensa alla fine del Pleistocene, oltre 10 mila anni fa, mostrano che arriva da lontano rispetto al luogo del ritrovamento (decine di km) e che venne usato per lavorare manufatti di selce così come per pestare sostanze coloranti come l’ocra rossa.
Quelle incisioni però sono l’aspetto più interessante del ciottolo, perché, si legge nell’abstract del paper, “potrebbero avere implicazioni importanti per la ricostruzione delle abilità cognitive e matematiche di Homo sapiens nella preistoria”.
Riferimenti: Journal of Archaeological Science: Reports
Foto: via Sapienza Università di Roma