Come sognano gli animali

Sicuramente al mattino non consultano la smorfia per cercare i numeri da giocare. Ma anche gli animali sognano, questo è certo. Almeno alcuni animali, tra cui cani, gatti, ratti e uccelli, come racconta alla Bbc Jason G. Goldman, scienziato cognitivo e divulgatore scientifico della University of Southern California di Los Angeles. D’altronde, lo sospettava già Aristotele: “Sembrerebbe che non solo gli esseri umani sognano”, scriveva nella sua Storia degli animali, “ma anche cavalli, cani, buoi, pecore, capre; i cani addirittura mostrano i loro sogni abbaiando nel sonno”. Ci sono due modi, spiega Goldman, per cercare le prove dell’attività onirica degli animali: uno è analizzarne il comportamento fisico durante le varie fasi del sonno, l’altro è cercare analogie tra il funzionamento del loro cervello e del nostro mentre dormiamo.

Gli studi su gatti, cani e topi

Già negli anni Sessanta la letteratura medica aveva iniziato a occuparsi del problema: in letteratura sono presenti diversi lavori che descrivono persone che si muovono durante il sonno. “È strano”, dice Goldman, “perché durante la cosiddetta fase Rem (rapid eye movement, la fase del sonno in cui si sogna, nda) i muscoli sono di solito paralizzati”. E negli animali? Uno studio del 1965 degli scienziati francesi Michel Jouvet e J. F. Delorme mostrava che rimuovendo una parte del tronco encefalico dal cervello di un gatto si riusciva a inibire la paralisi durante la fase rem, creando la cosiddetta condizione rem-a, ovvero rem senza atonia: anziché giacere fermi, i gatti in tale condizione camminavano e avevano un comportamento aggressivo durante il sonno, proprio come se stessero cacciando. Studi successivi hanno confermato l’ipotesi: un lavoro del neurologo veterinario Adrian Morrison, per esempio, ha mostrato che i gatti in rem-a muovono la testa come se stessero seguendo uno stimolo esterno immaginario. Sono stati osservati comportamenti simili anche nei cani.

Anche il secondo metodo – analizzare i pattern cerebrali degli animali dormienti – ha dato risultati positivi. Nel 2007 Kenway Louise e Matthew Wilson, scienziati del Mit di Boston, hanno registrato l’attività neuronale nell’ippocampo (l’area del cervello coinvolta nella formazione e nella codifica delle memorie) di alcuni topi che correvano in un labirinto. Sovrapponendola a quella registrata durante il sonno, gli scienziati hanno scoperto modelli di attivazione molto simili, proprio come se gli animali stessero sognando di percorrere il labirinto. “I risultati sono stati così chiari”, racconta Goldman, “che i ricercatori potevano dedurre l’esatta posizione dei ratti nella propria mappa mentale e farla corrispondere a una posizione nel labirinto reale”.

Amish Dave e Daniel Margoliash, della University of Chicago, hanno osservato un meccanismo simile anche nei diamanti mandarini, una specie di uccelli canori. Quando sono svegli, i neuroni in una parte del loro cervello (chiamata robustus archistrialis) si attivano in modo particolare a seconda della nota cantata. La stessa cosa avviene anche durante il sonno: i pattern di attivazione dei neuroni della robustus archistrialis sono esattamente gli stessi, come se l’uccello, mentre dorme, stesse intonando il suo canto.

Proprio come noi?

Certo, resta ancora da capire se gli animali siano o meno consapevoli dei propri sogni, come avviene negli esseri umani. “È una domanda difficile. Di solito, gli esseri umani non capiscono di sognare mentre dormono, ma tutto diventa chiaro al risveglio”, conclude Goldman. “Quello che possiamo dire con certezza è che le caratteristiche fisiologiche e comportamentali dei sogni degli esseri umani sono state osservate in gatti, uccelli e altri animali. Capire se quest’esperienza è analoga alla nostra anche a livello emotivo rimane però ancora un mistero”.

Via: Wired.it

Foto di KatinkavomWolfenmond da Pixabay

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