Finite le operazioni di rigalleggiamento, il relitto della Costa Concordia è (finalmente) pronto a ripartire. Destinazione: il porto di Genova Voltri (no Piombino o la Turchia come si era vociferato prima della designazione ufficiale) dove dovrebbe arrivare domenica prossima. Modalità di trasferimento: rimorchio (con due rimorchiatori a prua e due ausiliari a poppa). Velocità media: due nodi. Spazio da percorrere: circa 200 miglia nautiche (370 chilometri). Missione: smaltimento e riciclo, che avverranno così.
Le fasi di demolizioni e reciclo (quattro le principali) di quel che rimane del gigante che per oltre due anni e mezzo ha costeggiato l’isola del Giglio sono gestite dal consorzio Saipem e San Giorgio del Porto, che sarà al lavoro, da programma, per quasi due anni sul relitto (22 mesi) con il proprio progetto (che vale, secondo quanto vociferato, circa 100 milioni di euro).
Durante questo periodo le zone che ospiteranno il relitto saranno attrezzate con una barriera di contenimento, a protezione dell’ambiente circostante (per evitare il rilascio e la dispersione di sostanze quali schiumi, olii o oggetti più o meno galleggianti). Queste barriere (installate sia presso la Diga Foranea del Porto di Voltri, che presso il Molo Ex Superbacino, che ospiteranno le prime fasi dello smantellamento), saranno costituite da un parte galleggiante e da una parte invece che raggiunge fino il fondale. Oltre alle barriere fisiche però anche il monitoraggio continuo delle acque e dei sedimenti marini saranno garantiti come strumento di controllo ambientale (insieme al monitoraggio dell’aria e dei rumori).
In queste condizioni avranno luogo le quattro fasi principali che porteranno allo smantellamento e al riciclo del relitto. La prima parte delle operazioni sarà l’alleggerimento della nave, ovvero la rimozione degli arredi interni e degli allestimenti dei ponti esterni, a partire dal ponte più alto (il 14°). In questo modo sarà possibile ridurre il pescaggio del relitto (la parte della nave che rimane sommersa), così da favorirne il trasferimento presso il Molo Ex Superbacino, dove si trova l’area delle riparazioni navali. Qui le operazioni di alleggerimento continueranno, con lo smantellamento delle strutture dei ponti (dal 14° al secondo).
Successivamente, durante quella che è stata identificata come fase tre del progetto di smaltimento del relitto, verranno rimossi icassoni, e avviate le procedure di pulizia delle cambuse e delle cellule frigo al ponte 0, al termine delle quali la nave (o meglio quel che ne rimarrà) verrà trainata al Bacino di Carenaggio n°4. Qui verrà completato lo smantellamento, con la rimozione finale di tutti gli allestimenti interni e la pulizia delle aree, per esempio, e il trasporto per lo smaltimento o il recupero dei materiali derivanti dalla demolizione del relitto.
Via: Wired.it
Credits immagine: Nuccia-Isalei/Flickr