Contro la tbc ecco l’antibiotico in polvere

Dai sei ai dodici mesi. E’ questo il periodo di trattamento necessario per curare con successo la tubercolosi. Per le forme più resistenti possono servire anche più di due anni. Ridurre questo tempo è un grande risultato che potrebbe essere presto raggiunto grazie a una nuova terapia: una polvere antibiotica inalabile, messa a punto dai ricercatori dell’Università del Colorado e presentata nel corso del meeting annuale dell’International Pharmaceutical Federation (Fip) e dell’American Association of Pharmaceutical Scientists (Aaps).

La polvere è composta da particelle fini di antibiotico che hanno come bersaglio le profondità del polmone, dove il batterio M. tubercolosis si annida nelle prime fasi dell’infezione. In questa forma il farmaco riesce ad arrivare a quei tessuti colpiti da Tbc difficili da raggiungere con i metodi tradizionali. “La combinazione con le altre terapie porta a un aumento delle dosi di antibiotico che colpiscono i tessuti polmonari, riducendo il tempo di cura e gli effetti collaterali”, ha spiegato la ricercatrice J’aime Manion, che ha guidato lo studio. “Inoltre, essendo inalabile, eliminerebbe nei paesi in via di sviluppo i problemi relativi allo stoccaggio e allo smaltimento di aghi e siringhe”.

Nel 2009 la tubercolosi ha ucciso 1,7 milioni di persone, l’equivalente di 4.700 morti al giorno, secondo i recenti dati contenuti nel “Global Tubercolosis Control Report 2010” dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Sono oltre 9 milioni i nuovi casi di Tbc ogni anno, un milione dei quali tra persone affette da Hiv, mentre nel 2008 si sono registrati 440 mila nuovi casi della forma multi resistente (Mdr-Tb) e 150 mila decessi. Un quadro drammatico, se si pensa che la tubercolosi è una malattia curabile, ma segnato anche da qualche progresso. Il tasso di mortalità è sceso del 35 per cento dal 1990 al 2009 e, a livello globale, la percentuale di pazienti trattati con successo ha raggiunto l’86 per cento nel 2008. Dal 1995 i programmi Stop alla Tb e la strategia Dots (Directly observed treatement) hanno permesso di curare 41 milioni di persone e di salvare 6 milione di vite. Molto però resta ancora da fare, per questo la Stop Tb Partnership ha lanciato il Global Plan to Stop Tb 2011-2015. Obiettivo: intensificare gli sforzi e aumentare i finanziamenti per salvare 5 milioni di vite. 

Riferimenti: Organizzazione Mondiale della Sanità
American Association of Pharmaceutical Scientists

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