In gergo tecnico si chiamano anosmia e ageusia. In parole più semplici, si tratta, rispettivamente, della perdita del senso dell’olfatto e del gusto. Due sintomi da tenere particolarmente d’occhio in questo periodo di emergenza coronavirus: stando ad alcuni report clinici relativi a dati preliminari accumulati su pazienti in diversi paesi del mondo, tra cui anche l’Italia, e raccolti dalla British Rhinological Society (Rns), infatti, l’anosmia e l’ageusia potrebbero essere due tra i primi sintomi di infezione da coronavirus. I clinici stanno raccogliendo sempre più evidenze aneddotiche a supporto dell’ipotesi: per questo venerdì scorso Claire Hopkins, presidente dell’Rns, ha pubblicamente fatto un appello ai medici di tutto il mondo di tenere alta la guardia e segnalare tempestivamente pazienti con questi sintomi, per “contribuire a rallentare la trasmissione del virus e salvare vite umane”.
Un’ipotesi plausibile
In attesa di ulteriori conferme, c’è da dire che l’ipotesi sembra abbastanza plausibile: come spiegano gli esperti di Ent Uk, associazione britannica di otorinolaringoiatri, “l’anosmia post-virale è una delle principali cause di perdita del senso dell’olfatto negli adulti. I virus del raffreddore, com’è noto, danno luogo a perdita dell’olfatto, e stimiamo che oltre 200 virus possano avere effetti simili. Sappiamo che gli altri coronavirus portano a perdita dell’olfatto – e di conseguenza anche del gusto – in circa il 15% dei casi: non sarebbe quindi sorprendente scoprire che anche COVID-19 causasse anosmia nei pazienti infetti”.
Perdita gusto e olfatto, sintomi comuni con il coronavirus
Dai report finora raccolti dai clinici britannici (la cui ipotesi, tra l’altro, è stata ripresa anche dai colleghi statunitensi) emerge che “un numero significativo di pazienti con infezioni da coronavirus soffre di anosmia: in Corea del Sud, per esempio, dove sono stati eseguiti tamponi a tappeto, 600 pazienti positivi su 2000 hanno dichiarato di aver perso completamente l’olfatto”. E lo stesso sta accadendo in Italia: “Quasi tutti i pazienti ospedalizzati raccontano la stessa storia”, ha dichiarato al New York Times Marco Metra, primario del reparto di cardiologia all’Ospedale di Brescia. “Quando gli chiediamo se la loro moglie o il loro marito hanno lamentato dei sintomi o dei malesseri, ci rispondono: ‘Mia moglie dice di aver perso l’olfatto e il gusto, ma per il resto sta benissimo’. Ecco, ora sappiamo che c’è una grande probabilità che siano infetti, e che stiano contribuendo alla diffusione del virus”.
Discorso analogo in Germania, dove Hendrik Streeck, virologo che ha bussato a tutte le porte delle case del distretto di Heisberg per fare domande ai pazienti positivi, ha raccontato che oltre i due terzi delle persone che ha incontrato hanno dichiarato di aver sofferto di anosmia e ageusia. Certo, si tratta ancora di evidenze aneddotiche, in attesa di conferme più solide. Ma gli indizi sembrano puntare tutti nella stessa direzione: ascoltate bene anche naso e lingua.