Il destino delle cellule del cordone ombelicale affidate alla società svizzera Cryo-Save da migliaia di famiglie (circa 15mila quelle italiane) è ancora avvolto nella nebbia. Non sono più a Ginevra, dicono le autorità svizzere che stanno conducendo un’indagine sulla biobanca. Forse sono a Varsavia, conservati – in subappalto – dalla società FamiCord. Qualcuno? Tutti? I genitori non lo sanno e le comunicazioni sono carenti. Ripercorriamo la vicenda.
Cryo-Save
Cryo-save è (il sito è ancora online) una società privata che offre la possibilità ai neogenitori di conservare a pagamento campioni di tessuto e di sangue del cordone ombelicale, a uso e consumo esclusivo del figlio qualora abbia bisogno in futuro di proprie cellule staminali (la ricerca, comunque, è ancora agli inizi per quanto riguarda l’utilizzo terapeutico di cellule autologhe).
In Italia, infatti, è possibile solo donare le cellule del cordone, che a quel punto vengono stoccate gratuitamente in strutture pubbliche e rese disponibili per chiunque ne abbia necessità per problemi medici. La Cryo-Save, che aveva una sede anche a Roma, dal 2014 garantiva ai genitori la conservazione dei campioni del figlio per venti anni, a una cifra relativamente modesta, tra i 2000 e i 2500 euro.
Navigare in cattive acque
Dalla scorsa primavera, però, qualcosa ha cominciato a non tornare. L’ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) e Swissmedic (l’autorità di sorveglianza dei medicinali e dispositivi medici) elvetici ricevono la comunicazione da parte della stessa Cryo-Save che i campioni conservati nel loro centro a Plan-les-Ouates (Ginevra) stanno per essere trasferiti in Polonia, ma i referenti dell’operazione risultano irraggiungibili. Le autorità svizzere a quel punto decidono di agire e già ad agosto revocano alla Cryo-Save “l’autorizzazione per l’importazione/esportazione e la conservazione di cellule staminali ricavate dal sangue del cordone ombelicale”. Il sospetto – più di recente tramutatosi in capo d’imputazione a seguito della denuncia delle stesse autorità – è che la società abbia violato la legge sui trapianti contravvenendo all’obbligo di notifica e cooperazione con enti e persone interessate. Tra il 10 e l’11 settembre sono anche state fatte perquisizioni a Plan-les-Ouates, che sembrano confermare che i campioni biologici siano effettivamente stati trasferiti. Dove e come, però, non è ancora stato possibile accertarlo.
Famiglie all’oscuro
Proprio mentre in Svizzera le autorità cominciavano a investigare, in Italia le famiglie che avevano scelto Cryo-Save per conservare il sangue del cordone ombelicale per i propri figli cominciavano a ricevere comunicazioni – diciamo così – ambigue. Proposte di prolungare dietro compenso il periodo di conservazione oltre i 20 anni garantiti, seguite dalla notifica che i campioni stavano per essere trasferiti a Varsavia (Polinia) e che sarebbero stati aggiornati. I contatti di riferimento forniti, però, non sono raggiungibili, il sito internet per un periodo sparisce e sembra che il ramo italiano di Cryo-Save sia fallito. Insomma, notizie precise non si riescono ad avere, tant’è che per scambiarsi informazioni e rimanere aggiornate le famiglie si sono riunite in gruppi social.
A oggi sembra che i campioni biologici siano stati passati da Cryo Save a Pbkm, una società del gruppo FamiCord, che ha rilasciato un comunicato ufficiale con alcune Faq: “Quasi tutti i campioni di cellule staminali precedentemente conservati in Europa da Cryo-Save sono stati trasportati in sicurezza presso il principale laboratorio di FamiCord Group a Varsavia. Cryo-Save mantiene il contratto con i suoi Clienti. Cryo-Save e FamiCord a Febbraio 2019 hanno siglato un accordo per il trasferimento e lo stoccaggio dei campioni di cellule staminali dei clienti Cryo Save presso FamiCord Group. E’ una soluzione frequente nel settore delle banche di cellule staminali familiari. Obiettivo di questo accordo è quello di garantire la continuità della conservazione del materiale biologico. […] I Clienti di Cryo-Save che desiderano verificare se i loro campioni sono stati trasferiti in FamiCord possono compilare un form sul sito www.famicord.eu”.
Via: Wired.it
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