Detto, fatto. Tra tutte le critiche che si possono muovere a Elon Musk non rientra certamente quella di perdersi in chiacchiere. E infatti il patron di Tesla Motors, SpaceX, SolarCity, PayPal (e tanto altro) ha appena svelato, nel corso dello International Astronautical Congress, tutti i dettagli del suo ambizioso progetto per portare gli esseri umani su Marte entro il 2024. Dichiarazioni che arrivano pochissimi giorni dopo il primo test del nuovo motore a propulsione Raptor, progettato, per l’appunto, per spingere la navicella che dovrebbe partire alla volta del pianeta rosso.
Nel suo intervento, Musk ha svelato la timeline della missione e mostrato in video il razzo e l’astronave targati SpaceX, raccontando alla platea che “quello che vedete è molto simile a quello che effettivamente costruiremo”. Secondo le stime, lo sviluppo del razzo costerà circa 10 miliardi di dollari, e, se non dovessero insorgere intoppi e rallentamenti, il primo passeggero potrebbe decollare tra otto anni. Al momento, sottolinea il New York Times, SpaceX sta finanziando la missione con qualche decina di milioni di dollari ogni anno, anche se l’azienda è alla ricerca di nuove partnership sia con aziende private che con aziende pubbliche (al momento SpaceX già collabora con la Nasa e con l’aviazione statunitense per altri progetti).
Ecco qualche altro dettaglio. Ogni veicolo porterà circa 100 passeggeri, e Musk ha in mente di far partire un razzo ogni 26 mesi circa, quando le condizioni di allineamento Marte-Terra sono più favorevoli. Il biglietto, almeno all’inizio, non sarà esattamente economico (si parla di circa mezzo milione di dollari), anche se, assicura Musk, “il prezzo scenderà del 60% circa negli anni successivi)”. Il viaggio dovrebbe durare circa tre mesi, durante i quali, è sempre Musk a parlare, “potrete divertirvi a giocare con la microgravità, guardare film e usufruire della pizzeria a bordo. Sarà molto interessante”.
L’atterraggio dovrebbe essere piuttosto morbido: l’atmosfera rarefatta di Marte rallenterà la navicella, e i retropropulsori supersonici faranno il resto, consentendo al razzo di atterrare in verticale, pronto per il decollo del viaggio di ritorno, allo stesso modo di quanto già successo con i razzi Falcon 9 (incidenti di percorso a parte). Per assicurare la presenza di una colonia stabile su Marte – con un milione di abitanti circa – ci vorranno circa 10mila voli (per il solo trasporto passeggeri), più tutti gli altri necessari a trasportare risorse e strumenti. “L’impresa è piuttosto ambiziosa. Prima che Marte diventi auto-sufficiente dovranno passare tra quarant’anni e un secolo”. Per ora attendiamo la posa della prima pietra.
Via: Wired.it