Si può sfruttare il sangue mestruale per avere notizie sulla salute? Ne è convinta Sara Naseri, giovane imprenditrice danese che ha sviluppato un assorbente intelligente che riesce anche a monitorare il livello di glucosio, fondamentale per chi soffre di diabete. Q-Pad è il primo e, al momento, unico dispositivo a sfruttare il sangue mestruale a fini diagnostici, e per questo ha conquistato un posto nella classifica delle migliori invenzioni del 2024 stilata dal Time. Per sapere quali sono i propri livelli di glucosio è sufficiente rimuovere la striscia diagnostica dall’assorbente e inviarla a un laboratorio che poi restituisce i risultati tramite app. Si eliminano così visite ambulatoriali o prelievi di sangue, senza rinunciare a essere sotto controllo. Una soluzione semplice che però al momento è disponibile solo negli Stati Uniti.
Un tesoro di sangue
Il sangue mestruale, da sempre solo un prodotto di scarto, si è rivelato solo recentemente una preziosa fonte di informazioni biomediche. Come riportato in un articolo del NewYorker, Donald Siegel, uno scienziato forense dell’Ufficio Medico Legale di New York City fu incaricato nel 2012 di sviluppare un test molecolare per distinguere il sangue circolante, o “venoso”, da quello mestruale per le indagini scientifiche in ambito giudiziario e si rese conto di essersi imbattuto “in uno scrigno del tesoro”. Il sangue mestruale è più complesso di quello venoso e oltre ai globuli rossi include secrezioni vaginali, cellule batteriche, staminali e tessuto uterino (tra cui quello endometriale), con centinaia di proteine uniche. Siegel, sapendo che i ricercatori medici difficilmente avrebbero letto articoli di criminologia, pubblicò i suoi risultati su una rivista di biologia. Nel frattempo, una studentessa di medicina danese di nome Sara Naseri cominciò a interessarsi al sangue mestruale; e facendo delle ricerche online trovò un solo articolo, quello di Siegel, e decise di contattarlo.
Le applicazioni del sangue in medicina
Da allora sono state individuate molteplici applicazioni del sangue mestruale come strumento diagnostico, tra cui il monitoraggio delle condizioni croniche (gestione del diabete e salute ormonale), salute riproduttiva (tracciamento della fertilità, rilevamento dell’endometriosi, monitoraggio precoce della gravidanza), screening del cancro (uterino e ovarico) e rilevamento di malattie infettive (infezioni sessualmente trasmissibili, HPV). Un impiego limitato dalla mancanza di protocolli standardizzati e dal perdurare dello stigma sociale che circonda il ciclo mestruale. Si tratta, ovviamente, di un test utile solo per le persone che hanno il ciclo, quindi una porzione limitata della popolazione, ma la sua non invasività, l’accessibilità, la ricchezza di biomarcatori e la possibilità di un campionamento regolare ne fanno “l’opportunità più trascurata nella ricerca medica”, come ha dichiarato Sara Naseri. Che proprio per sfruttare questa opportunità ha fondato l’azienda che produce gli assorbenti intelligenti, Qvin.
Dalla fertilità al cancro cervicale
Naseri è convinta che da qui a breve saranno molti i campi in cui sarà possibile usare il sangue mestruale: sono attualmente in corso ricerche su biomarcatori per l’ormone stimolante della tiroide, per tre ormoni relativi alla fertilità e alla perimenopausa e per il Papillomavirus umano HR-HPV, una delle principali cause del cancro cervicale. La start-up tedesca Theblood sta sviluppando un test per individuare problemi di fertilità, i primi segnali di perimenopausa e squilibri ormonali. Dello sviluppo di un test diagnostico per l’endometriosi – malattia invalidante che spesso viene diagnostica con anni di ritardo – si stanno occupando NextGen Jane in California e Endogene in Francia. Uno dei motivi del ritardo diagnostico è che la diagnosi definitiva richiede un intervento chirurgico invasivo, attualmente l’unico modo per confermarne la presenza. Un test da farsi a casa con un semplice assorbente rappresenterebbe quindi un notevole progresso.
Una replica dell’endometrio
Anche il mondo accademico si sta muovendo. Il Feinstein Institutes for Medical Research di New York sta conducendo un progetto pilota, la Stanford University School of Medicine collabora con la stessa Qvin, mentre sono due i progetti finanziati dall’Unione Europea: MultiMENDo Project dell’Università di Paris Cité e MensEndoDiag. MultiMENDo sta sviluppando un metodo per creare organoidi endometriali dal fluido mestruale: strutture tridimensionali coltivate in laboratorio a partire da cellule staminali, capaci di replicare l’organizzazione, le funzioni e le caratteristiche dell’endometrio, su cui poter sperimentare nuovi approcci terapeutici. Start up e progetti pilota stanno aprendo la strada verso un nuovo filone di ricerca, ancora da esplorare. Ma intanto lo scrigno del tesoro diagnostico è stato scoperto.
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