
Come mai il cervello degli esseri umani è più grande di quello di tutti gli altri primati? Secondo uno studio, pubblicato su Nature, la ragione andrebbe rintracciata in un più rapido metabolismo. Lo stesso motivo per cui gli esseri umani hanno sviluppato una maggiore percentuale di grasso corporeo con funzione di riserva di energia, in grado di alimentare il metabolismo quando necessario.
Tra i tratti principali che diversificano esseri umani e primati ci sono una maggiore durata della vita, un intestino più piccolo, una maggiore quantità di grasso distribuita nel corpo e un cervello più grande e sviluppato. Come hanno osservato Herman Pontzer e i suoi colleghi, tutti questi tratti sono molto costosi dal punto di vista energetico: un metabolismo più rapido giustificherebbe l’evoluzione di queste caratteristiche negli esseri umani, che consumerebbero quindi molta più energia del resto dei primati. Perché un cervello più grande consuma di più.
I ricercatori hanno misurato il consumo energetico giornaliero di un gruppo di 141 persone e di 56 esemplari di tutte le specie di scimmie antropomorfe, 27 scimpanzé, 8 bonobi, 10 gorilla e 11 oranghi; i dati sono stati raccolti per un periodo che andava dai 7 ai 10 giorni. Dalla ricerca, è emerso che il consumo energetico totale (TEE, total energy expenditure) degli esseri umani, che include le calorie bruciate durante periodi di riposo e quelle consumate durante l’attività fisica, è superiore a quello di scimpanzé e bonobi, gorilla e oranghi rispettivamente di 400, 635 e 820 kcal al giorno; è stato facile quindi confermare un più alto tasso di attività metabolica negli organi degli esseri umani.
Anche la maggiore quantità di grasso corporeo sarebbe una conseguenza diretta di questo, in quanto avrebbe la funzione di fungere da riserva di energia. In altre parole l’accumulo di grasso sarebbe un tratto che si è co-evoluto con il consumo energetico, per tamponare il rischio di un aumento di energia in particolari condizioni. “Gli esseri umani mostrano una predisposizione al deposito di grasso, mentre le scimmie antropomorfe rimangono snelle anche in cattività, dove i livelli di attività fisica sono solitamente bassi,” hanno concluso i ricercatori, “Individuare la pressione evolutiva e i meccanismi fisiologici che influenzano il metabolismo nei primati potrebbe aiutare a risolvere problemi metabolici degli esseri umani che vivono in zone industrializzate, oltre che ovviamente quelli delle scimmie in cattività”.
Riferimenti: Nature doi: 10.1038/nature17654