Dall’Australia, che ha già vissuto questo momento, arrivano i primi indizi: in autunno potrebbero arrivare due nuove varianti del virus influenzale di tipo A e una nuova variante di tipo B. E questo potrebbe mettere a letto verosimilmente tra i sei e gli otto milioni di italiani. In un anno reso ancora più difficile dalla pandemia di coronavirus in atto. Ma come potremo distinguere l’influenza dalla Covid-19? E quali buone pratiche dovremo mettere in atto per fare fronte alla nuova minaccia autunnale? , Ha cercato di rispondere a questi e altri interrogativi una ricerca di Assosalute, svolta via internet su un campione rappresentativo della popolazione italiana e presentata oggi in un webinar con Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi, e Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie.
Quanti si ammaleranno?
“In base alle varianti virali individuate quest’anno la stagione influenzale potrebbe essere caratterizzata da un’intensità medio-alta”, dice Pregliasco. “Prevediamo circa 6-8 milioni di casi, in linea con quelli registrati negli anni precedenti”, spiega l’esperto, “ma, al tempo stesso, notiamo che le azioni preventive messe in atto per il contenimento della pandemia da Covid-19 stanno limitando anche la diffusione della classica influenza stagionale, rendendola nei fatti più blanda”.
Non tutti i mali vengono per nuocere, dunque: mascherina e distanziamento impediscono anche il passaggio del virus influenzale.
La ricerca di Assosalute, tuttavia, racconta che gli italiani hanno diversi timori: quello di non ricevere le cure adeguate (presente tra il 14,7% degli intervistati), quello di un nuovo isolamento (14%) o quello di creare preoccupazione tra i propri cari (11%). Ma a generare la paura più grande è l’incapacità di distinguere l’influenza dal Covid-19 (33%).
È Covid o influenza?
Distinguere la normale influenza dalla Covid-19 non è così semplice, spiegano gli esperti. I virus sono diversi, ma i sintomi che caratterizzano le due malattie sono molto simili. In entrambi i casi ci sono febbre e sintomi respiratori come tosse, raffreddore e mal di gola. La perdita o alterazione del gusto e dell’olfatto è invece esclusiva di Covid. L’unico modo certo per fare una diagnosi differenziale, per distinguerle, è quello di eseguire il tampone.
Il ruolo dei medici di famiglia
Dalla ricerca emerge anche che gli italiani, in caso di sintomi influenzali, si rivolgeranno molto di più al medico di base: nel 2019 lo aveva dichiarato il 12,3% degli intervistati, quest’anno sono il 34,5%.
“I medici di medicina generale si stanno preparando all’arrivo della prossima stagione influenzale informando le persone in tutti i modi possibili”, rassicura Cricelli. “Sebbene sia difficile distinguere le due malattie, la prassi consolidata in questi mesi nel rapporto medico-paziente ci verrà in aiuto anche in autunno. I medici di medicina generale hanno tutti gli strumenti per affrontare la situazione”.
Inizialmente l’iter da seguire sarà lo stesso: in presenza di sintomi influenzali, occorrerà restare in casa, isolarsi e chiamare il proprio medico, che monitorerà la situazione a distanza e deciderà in base all’evoluzione dei sintomi. L’unica raccomandazione diversa rispetto all’anno precedente è di contattare il medico non appena insorgono i sintomi, e ricorrere all’automedicazione solo in accordo con il medico.
Un vaccino che c’è
E mentre il mondo osserva la corsa al vaccino anti-Covid, il Servizio Sanitario Nazionale si prepara a intensificare la campagna vaccinale per l’influenza: rispetto all’anno scorso, sono previste almeno 6 milioni di dosi in più. Non solo perché le raccomandazioni sono quelle di vaccinare più persone possibili, ma anche perché ci sarà un aumento di domanda significativo: lo studio Assosalute lo stima del 160%.
“La vaccinazione è un’opportunità per tutti”, conclude Pregliasco, “ma si fa chiaramente più importante in caso di età avanzata, patologie che rendono il soggetto più debole, gravidanza”. Ma è anche importante ricordare, conclude l’esperto, che è possibile avere dei sintomi influenzali anche se si è fatto il vaccino. Dunque: non bisogna pensare subito che sia Covid-19”. La chiamata al medico, però, in questo caso è d’obbligo.