Sì, fa freddo. E in auto si viaggia con riscaldamento acceso e finestrini chiusi. Ma se ci si trova con persone non conviventi o che potrebbero essere affette da Covid-19 questo è il modo più efficace per contagiarsi. Un numero di studi crescente mostra infatti che una delle principali vie di contagio di SARS-CoV-2 l’aerosol, le goccioline più piccole di 5 micron, che possono rimanere in aria per un certo periodo di tempo). Per questo in alcune condizioni, specie al chiuso, il contagio può avvenire anche tra persone che si trovano a più di un metro di distanza (forse addirittura a più di due). E l’auto è uno dei luoghi più rischiosi in questo senso. E non basta aprire un finestrino qualunque per migliorare la situazione.
Per ridurre le probabilità di contagio in questa specifica situazione viene in aiuto un nuovo studio pubblicato su Science Advances. Alcuni ricercatori (fisici ed esperti di dinamica dei fluidi) della University of Massachusetts Amherst e della Brown University negli Stati Uniti hanno simulato, tramite modelli computerizzati, le variazioni del flusso d’aria all’interno dell’abitacolo, con varie combinazioni di finestrini aperti e chiusi, per studiare il modo più efficace di evitare il contagio. Ovvio, lo scenario migliore sarebbe quello di tenere tutti i finestrini aperti. Ma alcune soluzioni alternative sono, per gli stessi ricercatori, controintuitive. “Ci si potrebbe aspettare che aprire i finestrini vicini ai sedili occupati sia il modo più semplice per ridurre l’esposizione. In realtà non è così: conviene aprire quelli opposti”, scrivono.
La trasmissione via aerosol nei luoghi chiusi
Fin dall’inizio della pandemia, gli scienziati hanno tentato di capire se il contagio possa avvenire, oltre che con i droplet (goccioline di saliva che emettiamo quando parliamo o tossiamo), anche tramite aerosol, dunque mentre semplicemente respiriamo. Ad oggi l’Organizzazione mondiale della sanità non ritiene che ci siano prove sufficienti per ritenere certa e avere un ruolo di primo piano la trasmissione via aerosol. Eppure secondo diversi studi questa sarebbe l’unica spiegazione possibile a fenomeni di superdiffusione in luoghi chiusi, come quella avvenuta a Jeonju, in Corea del Sud. Le goccioline di aerosol, a differenza di quelle droplet, infatti, rimangono nell’aria anche per molto tempo. Per questo motivo, luoghi piccoli e chiusi come le automobili possono essere molto pericolosi se non avviene un costante ricambio d’aria.
In che direzione va il flusso d’aria in macchina
Per la simulazione computerizzata, i ricercatori hanno studiato la situazione di una macchina a cinque posti con all’interno il guidatore e un passeggero. Hanno ipotizzato che il passeggero fosse seduto nel sedile posteriore opposto al guidatore, in modo che ci fosse la massima distanza possibile tra i due. Si sono poi chiesti come avvenisse il ricambio d’aria per varie combinazioni di finestrini aperti e chiusi, mentre la macchina si muoveva a circa 80 km orari.
Bisogna prima di tutto tenere presente che la pressione dell’aria sulla macchina in moto è più alta nella parte posteriore, e che quindi l’aria tende a entrare dai finestrini dietro e uscire da quelli davanti. Nello scenario migliore, quello in cui tutti e quattro i finestrini sono aperti, si creano tre flussi d’aria: il primo entra dal finestrino posteriore sinistro ed esce da quello anteriore destro, il secondo entra dal finestrino posteriore destro ed esce da quello anteriore sinistro. C’è poi un flusso più debole che continua a circolare all’interno della macchina. In questa condizione, le due persone nell’auto si scambiano pochissime particelle respiratorie, ma il rischio di contagio è leggermente più elevato per il guidatore, visto che comunque il flusso d’aria si dirige verso la parte anteriore della macchina.
Conviene aprire i finestrini opposti
“Quando invece solo i finestrini opposti ai sedili occupati sono aperti, si ottiene un flusso che entra nell’auto da dietro il conducente, passa dietro il passeggero e poi esce dal finestrino anteriore accanto al guidatore”, ha spiegato Kenny Breuer, uno degli autori della ricerca. Tra tutte le opzioni che prevedono solo parte dei finestrini aperti, questa è risultata essere la migliore, perché in questo modo il flusso d’aria che entra dal finestrino crea una sorta di barriera tra le due persone nella vettura, e il rischio di contagio è minimo.
“La regolazione del flusso d’aria”, concludono gli esperti, “non sostituisce l’uso della mascherina, ma può essere un altro valido alleato contro la Covid-19”.
Riferimenti: Science Advances, University of Massachusetts Amherst
Credits immagine di copertina: Hannah Sutherland on Unsplash