L’Agenzia regolatoria per i medicinali e i prodotti sanitari (Mhra) del Regno Unito ha approvato l’utilizzo di Casgevy, il primo farmaco al mondo che utilizza Crispr-Cas9 ad essere autorizzato per il trattamento di pazienti ammalati di anemia falciforme e beta-talassemia trasfusione-dipendente. Si tratta di due patologie che hanno un enorme impatto sulla vita di chi ne soffre, sia per i sintomi che provocano, sia per la necessità di ricevere trasfusioni di sangue anche a distanza di un mese una dall’altra. Vediamo in cosa consiste il trattamento e quali sono i risultati degli studi clinici che hanno portato all’approvazione.
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Mutazioni del gene che codifica per l’emoglobina
Beta-talassemia e anemia falciforme sono entrambe dovute a mutazioni del gene che codifica per la produzione di emoglobina, una proteina che si trova all’interno dei globuli rossi ed è deputata al trasporto di ossigeno nel sangue. Attraverso meccanismi distinti, le mutazioni che portano allo sviluppo delle due patologie hanno come conseguenza un insufficiente apporto di ossigeno ai tessuti, con sintomi che variano dalla fatica cronica, alle difficoltà respiratorie, a problemi nello sviluppo, fino a periodi caratterizzati da dolori molto intensi (specialmente nel caso dell’anemia falciforme).
Come funziona Casgevy
La terapia recentemente approvata si basa sull’editing del gene Bcl11a, che studi precedenti avevano dimostrato causare lo “spegnimento” del gene che produce la cosiddetta emoglobina fetale. Quest’ultima è presente in piccola quantità negli adulti, e, non essendo coinvolta dalle mutazioni che causano l’anemia falciforme e la beta-talassemia, la strategia del trattamento, come riporta una news di Nature, sarebbe quella di ripristinarne la produzione per compensare i problemi dovuti all’emoglobina “adulta” difettosa.
Per effettuare le modifiche, i pazienti vengono sottoposti a un prelievo di cellule staminali del midollo osseo che devono essere poi trattate in laboratorio e successivamente re-infuse.
I trial clinici
Gli studi clinici che hanno portato all’approvazione della terapia basata su Crispr-Cas9 nel Regno Unito hanno coinvolto 45 pazienti affetti da anemia falciforme e 54 affetti da beta-talassemia. Fra questi, quelli rimasti all’interno degli studi sufficientemente a lungo per poter essere sottoposti alla fase di analisi di efficacia del trattamento sono stati 29 nel primo caso e 42 nel secondo caso.
Per quanto riguarda l’anemia falciforme, il 97% di questi 29 pazienti non è andato incontro alle crisi di dolore tipiche delle malattia per almeno 12 mesi dopo il trattamento. Nel caso della beta-talessemia, il 93% dei 39 pazienti eleggibili per la fase di analisi di efficacia del trattamento non ha avuto bisogno di trasfusioni di sangue per almeno 12 mesi a seguito del trattamento. E per il restante 7% è stata comunque registrata una riduzione del 70% nella necessità di trasfusioni.
La Mhra sottolinea che entrambi gli studi sono ancora in corso, e che per il momento gli effetti collaterali si sono limitati a nausea, affaticamento, febbre e aumento nel rischio di infezioni. Ulteriori osservazioni e risultati verrano messi a disposizione nei mesi a venire.
Via: Wired.it
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