Tra l’aspettativa di vita dei paesi ricchi e quella dei paesi poveri esiste un divario di 40 anni; su 136 milioni di donne prossime al parto, circa 58 milioni non ricevono alcuna assistenza medica; più di 100 milioni di persone si indebitano ogni anno a causa delle spese mediche. Questi i numeri delle disparità in ambito sanitario emerse dal rapporto annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) – “Primary Health Care – now more than ever” – presentato lo scorso 14 ottobre in Kazakistan.
Secondo il World Health Report – che evidenzia i criteri di organizzazione e finanziamento dei sistemi sanitari nel mondo e le discrepanze più significative circa l’accesso alle strutture, la qualità dell’assistenza e i costi delle cure mediche – esistono enormi differenze anche all’interno di uno stesso nucleo urbano. A Nairobi, per esempio, il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni raggiunge il 1,5 per cento nei quartieri più ricchi, ma sale fino a 25,4 per cento nelle zone più degradate.
Il rapporto è stato presentato in occasione del trentesimo anniversario della Conferenza Internazionale sulle Cure Primarie, tenutasi ad Alma-Ata nel 1978, il primo evento a porre all’attenzione del mondo il problema delle pari opportunità per quel che riguarda l’accesso alle cure. Proprio le cure primarie e la prevenzione sono indicate nello studio come le strade per ridurre le disparità. (ga.c.)