ALL’INIZIO Yu Yanagisawa, studente del dipartimento di Chimica e Biotecnologia dell’Università di Tokyo, non ci credeva. Aveva tra le mani un polimero capace di ripararsi da solo, e a temperatura ambiente, tornando come nuovo nel giro di poche d’ore. Quel polimero – la nuova promessa contro gli schermi rotti degli smartphone – avrebbe conquistato le pagine di Science per le sue straordinarie capacità. Perché tutto quello di cui ha bisogno per autoripararsi è la pressione, anche solo di quella delle mani.