Il più grande disastro ambientale negli Stati Uniti potrebbe non essere quello causato dalla Deepwater Horizon. La sua storia – raccontata nei dettagli da un articolo del Washington Post – inizia nel 2004, in Louisiana, quando l’uragano Ivan provoca il collasso di una piattaforma petrolifera, la Taylor Energy (26 pozzi), con conseguente perdita di petrolio nel Golfo del Messico, sei anni prima dell’incidente alla Deepwater Horizon. La Taylor è ormai inattiva da 10 anni ma la fuoruscita del grezzo continua, in maniera costante.
Deepwater Horizon, il disastro rivelatore
Nel 2010 l’attenzione di tutto il mondo era puntata sull’incidente della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, per quella che è considerata come la catastrofe ambientale più grave della storia americana. Monitorando lo sversamento dalla Deepwater Horizon e il suo impatto sull’ambiente, gli scienziati si accorsero che qualcosa non tornava nei conti del petrolio finito in mare. A partire da questo indizio, diversi studi sono arrivati alla conclusione che la quantità di greggio fuoriuscito dalla Taylor a partire dal 2004 fosse molto superiore a quanto inizialmente stimato, pari o addirittura maggiore di quella rilasciata dalla Deepwater Horizon.
Le stime del disastro della Taylor
Dallo scorso settembre, secondo quanto riporta il Washington Post, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti avrebbe in mano uno studio indipendente che dimostra come le stime fatte finora siano molto inferiori rispetto al dato reale (fino a 17 volte, secondo un’indagine del 2015 dell’Associated Press). Secondo questo nuovo studio (di cui riferisce un articolo del Wall Street Journal, ripreso dalla Cnn) ogni giorno la Taylor perderebbe decine di migliaia di litri di petrolio (da circa 40mila a oltre 100mila litri). Seppur difficile da effettuare, la stima totale, riferita ai 14 anni trascorsi, potrebbe aggirarsi intorno ai 580 milioni di litri. Nel caso della Deepwatwer Horizon la stima è di 666 milioni di litri (4,2 milioni di barili) di petrolio.
E lo sversamento continua
Insomma, le cifre potrebbero essere sovrapponibili, se non addirittura la prima superare la seconda. Ma non è solo questo il punto, come sottolinea alla Cnn John Amos, fondatore di Skytruth, che fornisce immagini satellitari, ma anche il fatto che l’evento del 2004 ha causato una perdita continua e costante di petrolio, con un impatto a lungo termine potenzialmente differente rispetto al disastro della Deepwater Horizon.
Crediti foto: US Coast Guard. La Deepwater Horizon in fiamme nel 2010.