La povertà nel mondo, che riguarda 3 miliardi di persone, è una piaga che non si supera senza combattere la discriminazione delle donne e dei giovani. I dati contenuti nel rapporto annuale sullo stato della popolazione mondiale dell’Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, dipingono un quadro drammatico: una donna su tre è vittima di abusi fisici o sessuali e circa la metà di queste ha meno di 15 anni. La violenza di genere, si legge nel rapporto, continua incontrastata, e spesso impunita, nei paesi ricchi e in quelli poveri. La condizione di inferiorità femminile è legata e aggravata dalle discriminazioni nell’istruzione: due terzi degli 800 milioni di analfabeti nel mondo sono donne. In Asia solo il 69 per cento delle bambine porta a termine la scuola primaria e nell’Africa sub-sahariana appena la metà. L’ignoranza esclude le donne dalle attività economiche e politiche e le priva degli strumenti per reagire ai soprusi, evitare malattie e problemi di salute. Nei paesi in via di sviluppo si contano 76 milioni di gravidanze indesiderate all’anno e mezzo milione di donne muore per cause legate al parto. Circa 14 milioni di adolescenti fra il 14 e i 19 anni diventano madri. Secondo l’Unfpa, le donne più povere hanno una probabilità quattro volte inferiore di quelle dei paesi più sviluppati di ricorrere a metodi contraccettivi. In Africa ne fa uso appena il 20 per cento. “Fare della povertà solo un ricordo, significa trasformare in un ricordo la discriminazione contro le donne”, si afferma nel rapporto, che sottolinea anche l’importanza di investire sui giovani. La generazione sotto i 25 anni è la metà degli abitanti della Terra, la più numerosa della storia. Oltre 500 milioni vivono con meno di 2 dollari al giorno. (da.c.)